transfer
trànsfer s. m. [dall’ingl. transfer 〈trä′nsfëë〉, e questo dal v. (to) transfer «trasferire», che è dal lat. transferre]. – Termine che, con il sign. generico di «trasferimento», e come voce ingl., è usato talora anche in Italia, nel linguaggio bancario, turistico, ecc. Ha invece usi tecnici precisi nelle accezioni specifiche seguenti: 1. Macchine a t., impianti a t., macchine e impianti a funzionamento automatico che, attraverso un sistema di trasferimento del pezzo da una stazione di lavorazione alla successiva, possono eseguire la sequenza di operazioni per la realizzazione di un prodotto, con conseguente risparmio di personale, essendo questo adibito soltanto a compiti di sorveglianza. 2. Stampaggio t. (o per trasferimento), sistema di foggiatura di materie plastiche termoindurenti nel quale il materiale è prima portato, per riscaldamento, allo stato plastico, e poi iniettato nello stampo. 3. a. In biologia molecolare, RNA transfer, sinon. di RNA di trasferimento (v. RNA e trasferimento). b. In botanica, cellule transfer, cellule parenchimatiche specializzate per il trasporto di sostanze che viene favorito dalle pieghe laminari della parete cellulare; sono frequenti nel floema, ma anche in strutture ghiandolari, come per es. negli ascidî delle piante carnivore utricularie. c. In immunologia, transfer factor, il fattore, la cui natura chimica non è ancora del tutto chiarita, in grado di trasmettere da un soggetto all’altro la sensibilità acquisita nei confronti di un determinato antigene e la capacità di produrre linfochine da parte dei linfociti T in risposta ad antigeni specifici; il t. factor ha trovato impiego nella terapia di alcune forme morbose associate a depressione immunitaria, soprattutto prima dell’introduzione nella pratica clinica dei farmaci immunomodulatori. 4. Lo stesso che transfert nelle accezioni del sign. 1.