transizione
transizióne s. f. [dal lat. transitio -onis, der. di transire «passare»]. – 1. a. Passaggio da un modo di essere o di vita a un altro, da una condizione o situazione a una nuova e diversa; essere, trovarsi in un periodo di t.; gli anni di t. tra l’adolescenza e l’età adulta; in senso ampio, con riferimento alla storia e all’evoluzione umana e sociale, e alle loro manifestazioni, età o periodo di t., periodo che segna il passaggio da una civiltà a un’altra, durante il quale si maturano nuove forme sociali e di costume, nuove concezioni e produzioni culturali, letterarie, artistiche: l’età di t. tra il Medioevo e il Rinascimento; l’inquietudine spirituale che caratterizza le epoche di transizione; zone, aree di t., per es., quelle intermedie tra regioni finitime, in cui perciò si incontrano e sono presenti, con influenze reciproche, forme di vita e di lingua diverse. In politica, governo di t., governo provvisorio, di durata limitata e per lo più predeterminata. b. Più genericam., in un processo qualsiasi, si considera e denomina fase di t. una fase intermedia del processo, nella quale si altera la condizione, per lo più di approssimativo equilibrio, che si aveva nella fase iniziale, e che dà luogo poi a una nuova condizione di equilibrio. 2. In musica, come sinon. di passaggio, modulazione improvvisa, che avviene fra tonalità lontane senza passaggi intermedî. 3. In fisica, genericam., il passaggio di un sistema da uno stato a un altro, in genere con scambio di energia con altri sistemi. In partic., in un sistema termodinamico, t. di fase, ogni trasformazione durante la quale cambi la fase o il numero delle fasi del sistema stesso (con riferimento agli stati solido, liquido e gassoso di una determinata sostanza, sono dette piuttosto passaggi di stato). Le transizioni di fase sono dette anche t. ordine-disordine, perché il sistema passa da uno stato ordinato a uno stato disordinato e viceversa (basti pensare alla fusione di un solido cristallino), in partic., quando il sistema viene a trovarsi nel punto critico (v. punto2, n. 8), si annulla un parametro caratteristico del sistema (detto «parametro d’ordine») che esprime il grado di coordinamento tra le sue parti (sono transizioni di questo tipo la perdita di magnetizzazione di un materiale ferromagnetico quando si supera la temperatura di Curie, il passaggio dal regime laminare al regime turbolento in un fluido in moto quando il fluido supera una certa velocità, ecc.). In meccanica quantistica, il passaggio di un sistema (un atomo, una molecola, un nucleo, ecc.) da uno all’altro dei suoi stati quantici; probabilità di t., la probabilità che avvenga una data transizione da uno stato iniziale a uno stato finale. Più in generale, nelle teorie dei processi stocastici, per un sistema soggetto a processi aleatorî che possa trovarsi in un insieme (finito o numerabile) di stati, è detta matrice di t. la matrice quadrata (di ordine uguale al numero di stati, e quindi eventualmente infinito) nella quale vengono ordinate tutte le probabilità di transizione da uno all’altro dei possibili stati del sistema. 4. In geofisica, zona di t., la zona all’interno della Terra, compresa tra i 410 km e i 1000 km di profondità, che separa il mantello superiore da quello inferiore, caratterizzata da un rapido aumento della densità e quindi della velocità di propagazione delle onde sismiche. 5. In chimica, elementi di t., o metalli di t., insieme di 59 elementi a struttura elettronica con strati interni incompleti, per cui possiedono particolari proprietà: di poter assumere varî stati di ossidazione, di avere tendenza a formare composti complessi, di comportarsi come catalizzatori, di essere paramagnetici. In senso stretto vengono detti metalli di t. quegli elementi di transizione che appartengono all’VIII gruppo del sistema periodico, aventi carattere nettamente metallico e che, a gruppi di tre (triadi), si collocano tra la prima e la seconda metà di ogni grande periodo: ferro, cobalto e nichel; rutenio, rodio e palladio; osmio, iridio e platino. 6. In litologia, rocce di t., rocce che per la loro composizione chimica e mineralogica non possono ascriversi a tipi ben definiti, ma rappresentano termini di passaggio da un tipo all’altro. 7. In metallurgia, t. duttile-fragile, fenomeno per il quale gli acciai presentano nel raffreddamento, in un intervallo di tempo caratteristico per ognuno di essi, una notevole diminuzione di resilienza, per cui al di sopra dell’intervallo sono rappresentati da una rottura tenace (cioè con deformazioni plastiche nelle zone vicine alla sezione di rottura) e al di sotto di una rottura di tipo fragile, senza deformazione plastica. 8. In istologia, epitelio di t., epitelio stratificato le cui cellule hanno accentuata plasticità e passano dalla forma piatta alla cilindrica, a seconda delle condizioni di maggiore o minore estensione della membrana epiteliale (per es., l’epitelio della vescica urinaria). 9. In biologia molecolare, sostituzione, in una molecola di DNA, di una purina con un’altra purina o di una pirimidina con un’altra pirimidina; è uno dei meccanismi attraverso cui si possono verificare le mutazioni geniche di tipo puntiforme.TAV.