trapelare1
trapelare1 v. intr. [der. di pelo (che, al plur., vuole qui significare le sottilissime fessure in una parete), col pref. tra-] (io trapélo, ecc.; aus. essere). – 1. a. Di liquido, uscire in minutissime gocce, attraverso pori, incrinature o interstizî: da una fessura della brocca trapelava l’acqua; l’umidità che trapela dal muro, dalle pareti della caverna; Sì come neve ... si congela, ... Poi, liquefatta, in sé stessa trapela (Dante), la neve degli strati superiori, liquefatta, penetra gocciolando negli strati inferiori. Raro nel sign. di versarsi fuori, riversarsi, traboccare, con riferimento a masse di liquido sovrabbondante: se fuor per l’alte sponde Trapela il fiume e cerca nuova strada (Ariosto). b. Della luce, filtrare, passare in piccola quantità e con debole intensità attraverso fessure o aperture strettissime: dalla parete sconnessa, o dalla porta, dagli scuri, trapelava un po’ di luce, una lama di luce; un altro lume trapelava più in lontananza da una casetta modesta (Rovani). 2. fig. a. Rivelarsi attraverso deboli indizî, detto di un sentimento, di una notizia riservata o che si vorrebbe tenere segreta, e sim.: hanno predisposto il piano senza lasciar t. nulla; si contenne cercando di non far t. il suo intimo disappunto. b. Con uso trans., raro, scoprire, venire a conoscere attraverso lievi indizî: se riuscirò a trapelare qualche cosa ti avvertirò.