trapianto
s. m. [der. di trapiantare]. – L’operazione del trapiantare e, per estens., la cosa trapiantata. 1. In agraria, operazione consistente nell’estrarre dal terreno l’apparato radicale di una pianta (di norma cresciuta in semenzaio), eventualmente insieme col pane di terra, e nel collocare la pianta a dimora in un altro luogo: il t. degli alberi. 2. a. In embriologia e morfologia sperimentale, il metodo, e la tecnica relativa, che permette di trasferire un abbozzo dell’embrione, o un organo, o parte di organo dell’adulto, in sede diversa dalla normale; a seconda che sia eseguito sullo stesso individuo, su individui diversi della stessa specie o di specie diversa, i trapianti prendono il nome di autotrapianti, omotrapianti e eterotrapianti. b. In biologia e chirurgia, il trasferimento (detto anche innesto, ma i due termini non sono intercambiabili) di un tessuto o di un organo da una regione all’altra dello stesso organismo (t. autoplastico), o da un organismo all’altro della stessa specie (t. omoplastico), o di specie diversa (t. eteroplastico): t. corneale, renale; t. del cuore; t. del pancreas, ecc. Con donatore e ospite (o ricettore) si indicano rispettivam. l’organismo, vivente o cadavere, che dà e quello che riceve l’organo o il tessuto da asportare e ricollocare in altra sede. c. In senso concr., l’organo stesso o il tessuto impiantato: rigetto del t.; morte del trapianto.