trapunto
agg. e s. m. [propr., part. pass. di trapungere]. – 1. agg. Cucito con lavoro di impuntura (o trapuntatura), o anche ricamato: un mantello rosso t. d’argento; in usi fig.: un cielo t. di stelle; nuvole calme t. di sole (Ungaretti); e con altra immagine: quella faccia Di là da lui più che l’altre trapunta (Dante), segnata per l’estrema macilenza, in riferimento alle ossa del volto che quasi trapungono la pelle. 2. s. m. Tecnica e lavoro di ricamo consistente nell’eseguire il disegno, con impunture, sulla faccia superiore di due tessuti identici sovrapposti, con interposto spesso un leggero strato di ovatta: il t. antico, il t. moderno (questo chiamato anche imbottito fiorentino); con indosso il reale ammanto, rapportatavi sopra coll’ago in bel t. d’oro ... l’universal descrizione del mondo (D. Bartoli); il tessuto così lavorato: Mia ventura et Amor m’avean sì adorno D’un bello aurato e serico t. (Petrarca).