trascendere
trascéndere (ant. transcéndere) v. tr. [dal lat. transcendĕre «oltrepassare, montare al di sopra», comp. di trans- «trans-» e scandĕre «salire»] (coniug. come scendere). – 1. a. letter. Superare: Letizia che trascende ogne dolzore (Dante), che supera ogni dolcezza; sendo giudicato ambizioso da molti, e uomo che volesse con la sua audacia e animosità transcendere il vivere civile (Machiavelli); e in usi non letter., ma sempre sostenuti: un’impresa che trascende ogni immaginazione; questo risultato trascende le nostre stesse speranze. b. In filosofia, esistere al di fuori o al di sopra di un’altra realtà; andare al di là, superare, sorpassare un certo ambito o limite della conoscenza o della realtà. 2. Nel linguaggio corrente, con uso assol. o intr. (aus. avere), andare oltre i limiti imposti dalla convenienza, da un giusto equilibrio, dalla buona educazione: lo ha rimproverato severamente ma senza t.; ha ribattuto ogni sua parola ingiuriosa e provocatoria riuscendo a non t.; anche con l’aus. essere, soprattutto quando si allude ad atti o comportamenti violenti o quando è espresso il complemento: sento di essere trasceso; era trasceso in volgari imprecazioni; è trasceso a vie di fatto. ◆ Part. pres. trascendènte, anche come agg. (per i sign. partic. in filosofia e in matematica, v. trascendente).