trascurare
v. tr. [comp. di tras- e curare]. – 1. Non fare oggetto della debita cura, non curare a sufficienza: t. i proprî doveri, lo studio, il lavoro; t. la propria casa, t. l’azienda; per la politica ha trascurato la sua professione; non sono disposto a t. il mio interesse; t. la pulizia, l’igiene, la salute; t. la propria persona, nel vestire, nell’aspetto; anche di piante e animali: questo geranio ha molte foglie secche, negli ultimi giorni è stato un po’ trascurato; bada di non t. il canarino durante la mia assenza. Riferito a persona, non darle i necessarî aiuti materiali o morali, non dedicarle le dovute attenzioni: t. la famiglia, la moglie, il marito, i figli; la sua ragazza si lamenta perché lui la trascura; t. la clientela; t. gli amici, non ricercarli, non frequentarli più come prima. Nel rifl., trascurarsi, non avere sufficiente cura di sé, soprattutto nella salute, ma anche nel vestire e nel decoro esteriore della persona: cerca di non trascurarti durante la convalescenza, puoi avere una ricaduta; è un po’ di tempo che si trascura, va vestito male e in disordine. 2. a. Omettere di fare qualche cosa, per dimenticanza o sbadataggine: non trascurare di avvertirmi! b. Non tenere nel debito conto: non vorrei t. nessun elemento utile di giudizio; ha dato a questi studî un contributo che non si può trascurare. c. Con sign. più preciso, considerare come inesistente un elemento, una quantità, ecc., in ordine a una determinata questione o in relazione a un fine, a un risultato che si vuole ottenere: nel calcolo si possono t. le cifre decimali che seguono alla seconda; nella descrizione del pendolo di solito si trascurano gli attriti. ◆ Part. pass. trascurato, frequente come agg. (v. trascurato).