traspirare
v. intr. [dal lat. mediev. transpirare, comp. di trans- «trans-» e spirare «esalare»] (aus. essere). – 1. a. Esalare, di umori che escono attraverso i pori, allo stato liquido o in forma di vapore, soprattutto con riferimento a organismi animali o vegetali: il sudore che traspira dal corpo; dalle foglie l’acqua traspira; con sign. più generico: pareti ... ingraticolate di canne, fitte sol quanto basta a non esser veduto, e nondimeno ricevere il refrigerio della fresca aria che per le lor maglie traspira (D. Bartoli). b. fig. Trapelare, palesarsi, di sentimenti, intenzioni, progetti, ecc., che si manifestano attraverso indizî, senza o contro la volontà della persona: una mal celata soddisfazione traspirava da tutta la sua persona; non è traspirato nulla dei loro progetti; di notizie (per il più com. trapelare), venire a sapere: è impossibile, mi pare, che nel paese non sia traspirato qualcosa (Manzoni). 2. Con uso trans. e valore causativo, riferito al corpo in cui avviene la traspirazione, lasciare traspirare, espellere ed eliminare con la traspirazione; per lo più con uso assol.: i corpi cominciavano a traspirare nello sforzo della salita; le piante traspirano, perdono acqua, per traspirazione; più raram. con un compl. oggetto, indicante il liquido che esce per traspirazione: una betulla traspira in media 60 litri d’acqua al giorno. In senso fig., palesare, lasciare trapelare: è uno che traspira benessere dalla persona stessa; tutto, dalle mura al paesaggio, traspirava un’aria inospitabile e sinistra (Buzzati). ◆ Part. pres. traspirante, anche come agg.: foglie traspiranti (v. traspirazione).