trasportare
(ant. transportare) v. tr. [dal lat. transportare, comp. di trans- «trans-» e portare «portare»] (io traspòrto, ecc.). – 1. a. Portare al di là, portare oltre: t. le truppe al di là del fiume; il traghetto ci trasportò all’altra riva; t. a dorso di mulo una batteria oltre il monte; con sign. più ampio e generico, portare da un luogo a un altro, per lo più un corpo che abbia qualche peso e che nel trasferimento venga sollevato da terra: t. un mobile da una stanza all’altra; mi aiuterai a t. le valigie dalla stazione a casa; t. un ferito all’ospedale, una salma al cimitero; specificando il modo: t. a braccia, a spalla, su un carro, con un automezzo, per ferrovia, per mare o con una nave, per aereo, ecc.; i semi vengono trasportati dal vento. Meno com., trasferire mutando di sede: la capitale fu trasportata da Firenze a Roma. b. In talune frasi del linguaggio letter. acquista un valore quasi rifl. (o di intr. pron.) per significare il muoversi di persona assorta, che si sposta altrove senza averne piena coscienza: Già m’avean trasportato i lenti passi Dentro a la selva antica (Dante); comandato a tutta la sua famiglia che solo il lasciassero per più poter pensare a suo piacere, piede innanzi piè se medesimo trasportò pensando infino nella pigneta (Boccaccio). Più com. in senso fig., con uso trans. o rifl.: il poeta ci trasporta in un clima di alta drammaticità; trasportarsi col pensiero in luoghi e tempi lontani. 2. Condurre a forza, spingendo o trascinando con sé, riferito come soggetto soprattutto a elementi naturali: il fiume in piena trasportava a valle tronchi, cespugli e animali morti; la corrente li trasportò lontano dalla riva; foglie trasportate da turbini di vento; farsi t. dalla brezza. In usi fig.: Sì possente è ’l voler che mi trasporta (Petrarca). Frequente l’espressione lasciarsi trasportare, con riferimento a persona che cede a un impulso: si lasciò t. dall’ira, dallo sdegno, dal risentimento, ma anche dalla pietà, dalla commozione, dalla passione, dalla generosità. 3. Con sign. particolari: a. In matematica, t. uno o più termini da un membro all’altro di un’equazione (v. trasporto, n. 5 a). b. Nella tecnica grafica, e in varî procedimenti applicativi, t. un disegno, un testo, ecc., trasferirlo dal supporto originario (pietra, metallo, carta, ecc.) a un supporto intermedio o definitivo; con sign. analogo anche nella tecnica del restauro di dipinti (v. trasporto, n. 3 c). c. In musica, notare o eseguire un brano in un tono diverso dall’originario (v. trasporto, n. 4). d. ant. Tradurre in altra lingua: i poemi di Omero trasportati in versi italiani. ◆ Part. pass. trasportato, anche come agg., nell’espressione la persona trasportata, o, come s. m., il trasportato, riferita soprattutto a chi usa come passeggero o viaggiatore un mezzo di trasporto: estendere l’assicurazione per la responsabilità civile ai trasportati.