trastullare
v. tr. [forse lat. mediev. se transtollĕre «trastullarsi», con mutamento di coniugazione]. – Divertire, distrarre, allietare con giochi e passatempi: L’una vegghiava a studio de la culla, E, consolando, usava l’idïoma Che prima i padri e le madri trastulla (Dante), le voci infantili che rallegrano i genitori e che essi stessi adoperano vezzeggiando i proprî figli; il nonno trastullava la nipotina; trulli, trulli, chi li ha fatti li trastulli (prov.), ognuno deve occuparsi dei proprî figli, non può pretendere di affidarli ad altri; frequente il rifl. con valore intr.: i bambini si trastullavano con i loro giocattoli. Nell’uso moderno si dice soprattutto di passatempi puerili, sicché, riferito a persona adulta, assume tono scherz. o pegg.: sta tutto il giorno a trastullarsi senza concludere nulla, perde il tempo in futili occupazioni; per me la miseria non è una cosa ... con la quale ci si trastulla, un passatempo (Palazzeschi); non com., ingannare, illudere con false lusinghe: lo trastullò a lungo con vane promesse, lo lusingò vanamente (cfr. l’espressione dare l’erba trastulla); trastullarsi di qualcuno, non com., burlarsene, prenderlo in giro. Nell’uso ant., invece, si diceva anche di persona adulta, con riferimento a divertimenti e piaceri non puerili, e persino di ordine spirituale: dopo la cena al modo usato cantando e ballando si trastullarono (Boccaccio); [l’anima] mossa da lieto fattore, Volontier torna a ciò che la trastulla (Dante), l’anima, procedendo da Dio che è suprema letizia, si volge a ciò che le dà letizia; Volgete il lume in cui Amor si trastulla (Petrarca), gli occhi di cui Amore si diletta. Ma in altri casi, e più comunem., il rifl. trastullarsi si usò con riferimento a giochi e rapporti amorosi: il quale, abbracciatala e basciatala più volte, ... per lungo spazio con lei si trastullò (Boccaccio).