trattato
s. m. [dal lat. tractatus -us, der. di tractare «trattare»]. – 1. a. Opera scientifica o tecnica, storica, letteraria, che svolge metodicamente una materia o espone i principî e le regole di una disciplina: t. di zoologia, di botanica, di astronomia, di retorica, di filosofia, di embriologia, di architettura; scrivere, comporre, pubblicare un trattato. Con valore più ampio, nel passato, studio o saggio su qualsiasi argomento particolare (sinon. quindi del termine attuale monografia). b. ant. Ciascuna delle sezioni, con proprio specifico argomento e con proprio titolo, in cui si divide un’opera dottrinale o anche un testo legislativo (per es., uno statuto). 2. ant. a. Trattativa, scambio di proposte per la conclusione di un accordo: essere, stare in trattato; intavolare trattati; in questi t. stando, avendo esso la sua borsa mostrata, avvenne che una giovane ciciliana bellissima ... passò appresso di lui e la sua borsa vide (Boccaccio); come mai uno che si trovò involto in affari di quella sorte, poteva essere in trattato di matrimonio con una ragazza così? (Manzoni). b. Cospirazione, congiura, accordo segreto al fine di rovesciare un ordinamento politico: tradimenti, o se vogliamo più onesto parlare, trattati (M. Villani); gli Adorni e i Fieschi, favoriti occultamente, secondo si credeva, dal duca di Milano, entrati di notte per trattato in Genova ..., furono scacciati da Ottaviano Fregoso (Guicciardini). 3. In diritto internazionale, accordo tra due o più stati (t. bilaterale o plurilaterale) su questioni che concernono i loro rapporti di soggetti di diritto internazionale; con accezione più ristretta, accordo che, per l’importanza del contenuto, riveste uno speciale carattere formale per cui è oggetto di norme particolari, non applicabili a qualsiasi atto internazionale: t. normativi e t. contratti, a seconda che abbiano funzione normativa o semplicemente contrattuale; t. definitivi, o provvisorî; t. aperti o chiusi, a seconda che siano aperti all’adesione di altri stati oppure limitati agli stati firmatarî; t. segreti; t. politici (t. di amicizia, di alleanza, di non aggressione, di pace, ecc.); t. economici (t. di commercio, di navigazione, ecc.); t. culturali; il t. di Versailles del 1919, uno dei trattati che posero fine alla prima guerra mondiale, sottoscritto dalla Germania e dalle potenze alleate; le clausole di un t.; stipulazione, ratifica, firma, registrazione di un t.; esecuzione di un t.; rispettare i t.; denunciare un t.; mancare ai t., rompere i trattati. Con riferimento ai trattati internazionali sono rimaste famose e storiche alcune frasi: i t. di pace non sono eterni, pronunciata da B. Mussolini nel suo primo discorso alla Camera come capo del governo il 16 nov. 1922, e ripetuta poi anche in altre occasioni; e i t. non sono pezzi di carta che si buttano nel cestino se non fanno comodo, formulata anch’essa da Mussolini alla fine del 1920, nella quale riprendeva polemicamente l’espressione, pronunciata in inglese (scrap of paper, «pezzo di carta» appunto) dal cancelliere tedesco Th. von Bethmann-Hollweg in un’udienza all’ambasciatore d’Inghilterra, con allusione ai trattati internazionali che garantivano la neutralità del Belgio già violata dalla Germania. ◆ Dim. trattatèllo (solo nel sign. 1).