travaglio1
travàglio1 s. m. [der. di travagliare; nel sign. di «lavoro, fatica» dal fr. travail, deverbale di travailler]. – 1. letter. Lavoro faticoso, penoso: essere obbligati a duro t.; tra la servitude e la viltade E ’l travaglio e l’inopia a viver nati, Ebber nome di plebe (Parini); al t. usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno (Leopardi). Col senso più generico di «lavoro, fatica», è francesismo non più in uso oppure adattamento di forme e usi dialettali. 2. a. Tormento fisico: il t. della sete. Più com., sofferenza spirituale, angoscia: essere agitato da un t. interno, da un t. di spirito; vivere in continuo t.; e con sign. più generico, dare, recare, ricevere travaglio, pena, tormento, anche fastidio: da me non riceverà giammai questa città né questo reame t. alcuno (Guicciardini). b. Sofferenza localizzata o generale dell’organismo umano, solo nelle espressioni travaglio di stomaco, nel linguaggio com., mal di stomaco provocato da indigestione o da altra causa, e manifestantesi con vomito, nausea, malessere generale; e travaglio di parto, in ostetricia, l’insieme dei fenomeni locali e generali che hanno inizio con le manifestazioni dolorose che precedono il parto e si concludono con l’espletamento di questo.