travatura
s. f. [der. di trave]. – Nella tecnica delle costruzioni, struttura costituita da più travi connesse tra loro: un soffitto alto a grandi t. dipinte di fogliami e di intrecci (C. Levi). In partic., t. (o travata) reticolare, struttura formata da più aste, in genere in acciaio, collegate tra loro in vario modo e tali da formare un complesso avente funzioni portanti analoghe a quelle di un’unica trave ideale equivalente, in cui ogni elemento è sottoposto a sforzi normali (di pressione o di trazione), utilizzata per coperture di notevole luce, strutture di edifici industriali, ponti, ecc. Le parti perimetrali della struttura sono dette aste di contorno o di briglia (o aste del corrente superiore o del corrente inferiore), le altre sono dette aste di parete (montanti se ad andamento verticale, diagonali se inclinate), e costituiscono il reticolo che può essere formato da triangoli isosceli di altezza uguale a quella della travata (t. tipo Warren), in alcuni casi suddivisi in altri triangoli, per ridurre la distanza dei sostegni del corrente superiore; quando le aste danno origine a triangoli rettangoli la travata è detta a diagonali ascendenti o a diagonali discendenti a seconda del loro orientamento; t. a losanghe, quella costituita da parallelogrammi; t. parabolica, in cui uno dei due correnti è foggiato a parabola; t. semiparabolica, quella in cui la parabola è troncata alle estremità di un’asta verticale; t. lenticolare, dove ambedue i correnti sono a forma di parabola; t. tipo Schwedler, in cui gli estremi del corrente superiore hanno forma poligonale.