traverso
travèrso agg. e s. m. [lat. transversus: v. trasverso]. – 1. agg. a. Che va da un lato all’altro di una superficie, di uno spazio, nel senso della larghezza oppure obliquamente, o si dispone perpendicolarmente rispetto ad altro elemento, o se ne distacca ad angolo retto; quindi, in genere, trasversale: via t., via secondaria che taglia trasversalmente un’altra strada più importante (con questo senso, spesso sostantivato: v. traversa, n. 2), o più genericam. strada secondaria, scorciatoia; in senso fig., vie t., modi coperti, non corretti né leali, per arrivare a uno scopo: prendere, pigliare le vie t.; quel posto l’ha ottenuto per vie t.; non mi piacciono le vie traverse. Come misura, due dita, tre dita traverse (non com.), prese nel senso della grossezza: ci saranno ancora sì e no due dita t. di vino nel fiasco. b. Flauto t. (e, soprattutto in passato, anche traverso s. m., traversa s. f. e flauto traversiere), il tipo di flauto oggi più comune, così chiamato, per distinguerlo dal flauto diritto (v. flauto1), con riferimento alla sua posizione rispetto al labbro dell’esecutore. 2. agg. Con altre accezioni: a. non com. Parola t., parola o frase che può generare equivoci, interpretata nel senso peggiore: non vorremmo guastarci per una parola t.!; più com. l’espressione pigliare una parola a traverso, interpretarla nel senso peggiore. b. ant. Avverso, aspro, spiacevole, insopportabile: o suociara [= suocera] che hai la nuora t., se tu arai pazienzia, sempre meritarai [ne avrai merito] (s. Bernardino). 3. s. m. a. L’estensione di un corpo nel senso della larghezza: appoggiare sul t., sul fianco, sul lato largo; prendere per il t., per la parte larga, perpendicolarmente alla parte diritta o longitudinale. In partic., nel linguaggio marin., fianco di destra o di sinistra della sezione maestra dello scafo di una nave, ovvero direzione perpendicolare (generalm. a mezzanave) al suo piano longitudinale di simmetria, spesso riferita, quando la nave è in navigazione, anche alla sua rotta, per lo più non coincidente con la direzione o prora secondo cui è orientata la nave, per cui può accadere che un oggetto si trovi al traverso della nave, ma non della sua rotta: presentare il t. (di dritta o di sinistra) al nemico, presentargli il fianco, la murata (di destra o di sinistra) della nave; essere al t. di ..., avere un oggetto (nave, boa, punto a terra) sulla direzione del traverso della propria nave; navigare con il vento, o con il mare, al t., che batte cioè su tale direzione; prendere il t. o il rilevamento al t., riferito a un punto noto e ben definito a terra (faro, torre, ecc.), verificare con il rilevatore della bussola e il cronometro il momento in cui il rilevamento dell’oggetto è perpendicolare alla rotta, e, usualmente, registrare tale evento sul giornale di chiesuola per indicare un momento saliente della rotta seguita. Regola del t. o dei 45°, nella navigazione costiera, metodo per determinare con buona approssimazione il punto nave allorché è visibile un solo punto chiaro di riferimento: note la rotta seguita e la velocità, dalla risoluzione trigonometrica del triangolo di posizione isoscele rettangolo, individuato da due rilevamenti successivi dell’oggetto (la prima volta a 45° dalla rotta e la seconda a 90°, ossia al traverso) e dal cammino percorso tra i due istanti relativi, si evidenzia che quest’ultimo lato è uguale alla distanza alla quale si passa al traverso, per cui in quell’istante (nota la distanza dall’oggetto sul particolare rilevamento) è determinato il punto nave. Con altro senso, andare a t., perdere il governo di una nave, la quale perciò finisce per traversarsi. b. Nella tecnica delle costruzioni, si chiama traverso (o, meno comunem., trasverso) ognuna delle travi secondarie che, nei solai e negli impalcati di ponti dotati di due ordini di travi (per lo più perpendicolari), collegano tra loro le travi principali della struttura. c. Colpo obliquo di sciabola o d’altro, traversone: Sta cheto, e mena un t. o fendente, E ciò che trova manda in sul sentiero (Berni). 4. Comuni nell’uso le locuz. avv. di traverso, in traverso, per traverso, in senso trasversale, cioè nel senso della larghezza, oppure obliquamente: camminare di t.; mettersi di t., in t., per t.; si avviarono di t. ai ghiaioni per ritornare alla Fortezza (Buzzati); un foglio rigato, sbarrato di t. o per t.; firmare di t. sulla fotografia; gli diede una occhiata di t., obliqua, oppure malevola, irosa (e analogam. guardare di t.); andare a t., per t. o di t., di cibo o bevanda che, andando in parte nella laringe invece che nell’esofago, provoca tosse; e in usi iperb. e fig.: mi ha fatto andare di t. il pranzo, con le sue lamentele, non me l’ha fatto gustare, mangiare in pace; oggi tutto mi va di t., mi riesce male, ha esito negativo o sim.; avere la luna di t., essere molto irritabile, di pessimo umore, e in genere, andare per t., essere mal sopportato, avere un effetto spiacevole, voltarsi in veleno e sim.: intuii che le sue parole erano mosse solo da invidia, e il complimento mi andò per traverso. Per le varie espressioni formate con la locuz. a traverso, v. attraverso.