travestire
v. tr. [comp. di tra- e vestire] (io travèsto, ecc.). – 1. Fare indossare a qualcuno abiti diversi da quelli che solitamente indossa, completando la trasformazione con trucco e elementi posticci, così da renderlo irriconoscibile, per divertimento o per altri scopi: t. (o far t.) un bambino per il carnevale; più com. nel rifl.: travestirsi da antico romano, da frate, da ufficiale; travestirsi da uomo, da donna; per poter più agevolmente penetrare negli ambienti della malavita, si travestì da scaricatore di porto; «Noi abbiamo tutti a travestirci. Io farò travestire el frate: contrafarà la voce, el viso, l’abito» (Machiavelli). 2. fig. Mutare, trasformare, alterare profondamente l’aspetto di qualche cosa così che sia difficile riconoscerla: t. un tema musicale (per es. con variazioni); t. in forma dialettale un’opera poetica; l’uomo e le sue tombe E l’estreme sembianze e le reliquie Della terra e del ciel traveste il tempo (Foscolo); nel rifl., fingere idee, atteggiamenti, sentimenti diversi: travestirsi da intellettuale; è un monarchico che per l’occasione si è travestito da repubblicano. ◆ Part. pass. travestito, anche come agg. e s. m. (v. la voce).