trazione
trazióne s. f. [dal lat. tractio -onis, der. di tractus, part. pass. di trahĕre «trarre, tirare»]. – L’azione di tirare, traendo a sé o trascinando con forza, e il fatto di venire così tirato: esercitare una t., sottoporre a trazione. In partic.: 1. Nella tecnica: a. Forza che agisce su un corpo in modo da provocarne l’allungamento nella direzione della forza stessa. b. Sforzo di t., la componente della tensione interna che agisce sulla sezione di un solido in direzione perpendicolare alla sezione stessa e nel verso che tende a provocare allungamento; un solido si dice sollecitato a t. semplice quando la tensione interna si riduce in tutti i punti al solo sforzo di trazione, mentre negli altri casi si dice sollecitato a t. composta. c. Azione destinata a provocare il movimento di un veicolo: t. su strada, su rotaia, ecc., a seconda del tipo di guida su cui si svolge il moto; t. animale, meccanica, elettrica, a vapore, Diesel, a turbina, a seconda del tipo di motore che fornisce la forza di trazione; resistenza alla t., forza che si oppone al moto del veicolo (attrito volvente, resistenza dell’aria, ecc.); t. ad aderenza naturale (o in aderenza), t. ad aderenza artificiale (o a dentiera), a seconda che la forza di trazione venga trasmessa dalle ruote direttamente alla rotaia, oppure, nei casi di forte pendenza della linea, da una ruota dentata a una rotaia supplementare dentata (dentiera). Con riferimento ad autoveicoli, la trazione è la forza esercitata dalle ruote motrici per provocare il movimento del veicolo; si distingue una t. anteriore, una t. posteriore e una t. integrale a seconda che le ruote motrici siano quelle anteriori o posteriori o tutte e quattro. 2. Nel nuoto, s’intende per trazione il movimento in avanti del proprio corpo che l’atleta ottiene in acqua con la nuotata. 3. In medicina: a. Metodi di t., metodi applicati in alcune manovre terapeutiche, quali la riduzione e la contenzione delle fratture dello scheletro, per le quali s’impiegano fili e staffe di t. applicati allo scheletro, o apparecchiature (telai, letti di t.) che permettano di applicare la trazione ai segmenti fratturati per allinearli opportunamente. b. Affezioni da trazione, affezioni morbose (per es., alcuni diverticoli dell’esofago) prodotte dalla trazione esercitata sulle pareti di un organo da processi patologici aventi sede nelle zone più vicine.