tribolare
(ant. tribulare) v. tr. e intr. [dal lat. tardo (del linguaggio eccles.) tribulare «opprimere, tormentare», der. di tribŭlum o tribŭla «lastra, rullo per trebbiare» (v. trebbia1), raccostato a tribŭlus «spino» (v. tribolo)] (io trìbolo, ecc.). – 1. tr. Tormentare, fisicamente o moralmente, travagliare, affliggere profondamente: è tribolato dall’artrite, dai reumatismi; meno mi veniva fatto che le altre cose non m’inquietassero e tribolassero (Leopardi); la città più vicina era tribolata da una tremenda carestia dovuta alle Guerre (Piovene). Raro o ant. il rifl. tribolarsi, tormentarsi, affliggersi; comar Gemmata, non ti tribolar di me, ché io sto bene (Boccaccio). 2. intr. (aus. avere) Essere tormentato, soffrire, penare: siamo a questo mondo per t.; m’ha fatto t. prima di darmi quei pochi soldi; ha finito di t., espressione con cui, nell’uso fam., si commenta la morte di una persona che soffriva gravi afflizioni fisiche e morali. ◆ Part. pass. tribolato, anche come agg. (v.).