tributo2
tributo2 s. m. [dal lat. tributum, der. di tribuĕre «ripartire fra le tribù», poi «attribuire» (der. di tribus «tribù»); può anche essere inteso come neutro sostantivato dell’agg. tributus «tributo1»]. – 1. Nell’antichità romana, contribuzione obbligatoria dei cittadini allo stato, pagata in rapporto al censo e prelevata per tribù (di qui il nome). Il termine ha poi assunto sign. più ampio, per indicare ora un’imposizione pagata dal suddito al signore e dal cittadino allo stato, ora un’imposizione pagata da principe a principe o da stato a stato, ora ancora una taglia imposta con la prepotenza; in epoca longobarda e franca significava anche il censo pagato dal livellario al padrone della terra. Oggi, denominazione generica di qualsiasi prestazione in denaro dovuta dai cittadini allo stato e agli altri enti pubblici e cioè imposte generali e speciali, erariali e locali, sovrimposte, tasse e contributi obbligatorî. Locuz. comuni ai varî sign.: assoggettare a tributo (una città, un popolo, una categoria); imporre un t. o tributi; il pagamento dei t.; riscossione o esazione dei t.; esenzione o esonero da un tributo. 2. fig. a. Ciò che si dà o si fa per adempiere la propria parte d’un obbligo, per soddisfare a ciò che si ritiene un proprio debito, un proprio dovere, o anche per rendere ad altri ciò che si ritiene sia loro dovuto: i cittadini accorsero pronti a pagare il loro t. di sangue alla patria in pericolo; pagare il t. alla natura, morire; ognuno di noi ha recato il suo modesto t. alla riuscita dell’opera; t. di lodi, di omaggi; t. di riconoscenza; t. di pianto, di lacrime; ah! pur ch’Egisto, Pria che raggiorni, a disturbar non venga Il mio pianto, che al cenere paterno Misera reco in annual tributo! (Alfieri). b. poet. L’acqua che un affluente porta al fiume maggiore, o che un corso d’acqua versa in un lago o nel mare: Et Ada e gli altri onde [il Po] tributo prende (Ariosto); E con più corna [il Po] Adria respinge e pare Che guerra porti e non tributo al mare (T. Tasso).