trippa
s. f. [etimo incerto]. – 1. In macelleria e gastronomia, lo stomaco dei ruminanti, spec. bovini – o più esattamente l’insieme delle tre cavità che sono poste tra l’esofago e lo stomaco propriam. detto, o abomàso, cioè il rumine, più voluminoso, in forma di sacco, il reticolo, che nella superficie interna si presenta con un gran numero di lamine incrociate così da somigliare a una specie di rete, e l’omaso, comunem. detto millefogli(o) o centopelle (centopelli) –, che viene tagliato a strisce e quindi cotto in maniere diverse, con abbondanza di condimenti e di aromi (per lo più la trippa viene venduta già lavata e parzialmente cotta, e richiede poi un ulteriore tempo di cottura sia per acquistare la giusta morbidezza sia per potersi impregnare degli aromi che le conferiscono un sapore appetitoso): t. lessa, in umido, alla parmigiana, alla romana, alla fiorentina. 2. estens., scherz. Pancia, ventre; è parola usata soprattutto in alcune frasi: empirsi, riempirsi la t., mangiare molto; lui pensa solo alla t., a mangiare; ha messo su t., di persona panciuta; guarda che trippa! 3. Nella lavorazione delle pelli, la pelle liberata dal pelo e dalla carne mediante le operazioni di depilazione, scarnatura, scalcinatura e macerazione (pelle in trippa), pronta così per la concia. ◆ Dim. trippétta e trippettina o trippettino m., trippina e trippino m. (hai messo su un bel trippino!); accr. trippóna e trippóne m. (v. la voce), tutti nel solo sign. 1; pegg. trippàccia, nei sign. 1 e 2.