trito
agg. [dal lat. tritus, part. pass. di terĕre «pestare, tritare, logorare»]. – 1. a. Tritato, sminuzzato: carne t.; sale t.; roccia t.; gesso trito. Come s. m., tipo di pezzatura dei combustibili solidi, costituito da pezzi o scaglie di lignite nella misura da 4 a 10 cm; anche, sinon. di battuto, in espressioni di cucina come un t. di carne e aromi varî, di lardo e cipolla, ecc. b. ant. Battuto, trebbiato: quando l’una paglia è trita,... A batter l’altra dolce amor m’invita (Dante). c. ant. Calpestato, riferito a terreno, a strada: lo squadron già mosso, Al calpitar de la ferrata torma, Fa ’l campo risonar tremante e trito (Caro); anche con valore verbale: Si tenne Ferraù più presso al monte, Dove il sentiero Angelica avea trito (Ariosto), per dove era passata Angelica. Per estens., via t., la via più t., strada frequentata o la più frequentata: Grifone il bianco et Aquilante il nero Pigliâr con gli altri duo la via più t. (Ariosto). 2. a. letter. o ant. Riferito a indumenti e tessuti, liso, logoro, consumato per lungo uso. Per estens., riferito a persona, misero, malvestito: Quel gusto cinico Che avea ciascuno Di farsi povero, Trito e digiuno (Giusti); Paulo di Dono era assai t. e parco (Pascoli). b. fig. Troppo usato e abusato, e quindi risaputo, vieto, banale: idee t.; discorsi t.; temi, motivi, argomenti t.; rafforzato: frasi trite e ritrite. 3. ant. Minuto, cioè piccolo (o breve) e rapido (o frequente): videro lo scolare far su per la neve una carola t., al suono, d’un batter di denti che egli faceva per troppo freddo (Boccaccio); Il destrier, ch’avea andar t. e soave [che camminava a passi brevi, veloci ed eleganti], Portò all’incontro la donzella in fretta (Ariosto); un t. becchettio sonoro (Pascoli). ◆ Avv. tritaménte, minuziosamente: chi esaminerà adunque tritamente le azioni di costui, lo troverrà uno ferocissimo leone e una astutissima volpe (Machiavelli); con colpi fitti e minuti: tritamente poi Batta il terreno, e ’n ogni parte adegui (L. Alamanni).