trittico
trìttico s. m. [dal gr. τρίπτυχος «triplice, piegato in tre», comp. di τρι- «tre» e πτυχή «piega»] (pl. -ci). – 1. In Roma antica, e in Grecia, elemento scrittorio largamente usato per note e appunti, composto di tre tavolette, per lo più di legno e d’avorio, articolate mediante cerniera e ripiegabili l’una sull’altra: le tavolette avevano all’interno un bordo rilevato che delimitava lo spazio nel quale veniva spalmata la cera su cui si scriveva. 2. Polittico composto di tre elementi, la tavola centrale e le due valve laterali (ante o sportelli), che risultano talora chiudibili sul pannello centrale cui sono incernierate; nei trittici posti sugli altari maggiori e in quelli portatili, visibili quindi sui due lati, sono spesso decorate anche le facce esterne delle tavole. 3. Per analogia: a. Opera teatrale, letteraria, musicale, costituita di tre parti, anche autonome tra loro, ma comunque complementari o legate da qualche affinità: per es., il t. di Puccini, composto delle tre opere di un solo atto Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi. b. T. automobilistico, o semplicem. trittico, documento necessario per la temporanea uscita di automobili dal territorio doganale, composto di tre fogli staccabili (per l’espatrio, il rimpatrio provvisorio e il rimpatrio definitivo). c. In filatelia, gruppo di tre francobolli ispirati alla celebrazione o commemorazione di uno stesso personaggio, luogo, avvenimento, ecc.: il prezioso t. del centenario della spedizione dei Mille. ◆ Dim. trittichétto, trittico di piccolo formato, spec. nel sign. 2: il Serafini dipinse anche un trittichetto a più scomparti nel Duomo di Piacenza (R. Longhi).