tubo
s. m. [dal lat. tubus, di oscura origine]. – 1. Elemento cilindrico, meno spesso prismatico, cavo, di lunghezza variabile, usato essenzialmente per il trasporto di fluidi, e inoltre nelle costruzioni meccaniche, nella tecnica mineraria, ecc.: t. di ghisa, di cemento, di piombo, di plastica, di gomma; tubi a S, a U; i t. delle condutture dell’acqua, del gas, i t. del termosifone; il t. di vetro (o scartoccio) dei lumi a petrolio, rigonfiato all’altezza della fiamma; t. di gomma per travasare il vino. Di uso gergale o fam. (ma di tono volg.) le espressioni non capire un t., non sapere un t., non me n’importa un t., e sim., niente, assolutamente nulla (travestimento eufemistico, in questi casi, di altra parola; cfr. l’analogo uso eufem. di cavolo). Con determinazioni e accezioni particolari: tubi di vetro, per lampade elettriche a luminescenza (t. al neon) e a fluorescenza (t. fluorescenti); t. di scappamento (o di scarico), attraverso il quale, nei motori a combustione interna, si scaricano all’esterno i gas prodotti dalla combustione; t. esplosivo, lo stesso che spezzone; t. anima (o semplicem. anima), il tubo interno di un’arma da fuoco nel quale è ricavata la rigatura (può essere a forzamento positivo o negativo, e in questo secondo caso è sfilabile dall’arma, e può perciò essere cambiato quando è consumato); t. di lancio o t. lanciasiluri, lo stesso che lanciasiluri; t. di cubia, in marina, quella parte della cubia in cui si fa entrare il fusto delle ancore; t. dell’albero portaelica, il tubo che riveste l’ultimo tratto dell’asse dell’elica; t. di fumo (o di fiamma) e t. d’acqua, nelle caldaie, sono quelli in cui passa, rispettivamente, il flusso dei prodotti della combustione o l’acqua che si riscalda nella caldaia; t. tirante, nelle caldaie dotate di piastre piane e parallele, tubo di fumo rinforzato che ha la funzione di fissare la posizione delle piastre stesse; t. di stufa volante, denominazione scherzosa, di origine anglosassone, dell’autoreattore; t. forma (o t. sonda), nella tecnica delle fondazioni, tubo di acciaio, destinato a essere infisso nel terreno con l’ausilio di una sonda a caduta o a rotazione che lavora all’estremità inferiore del tubo ed estrae la terra per creare il foro necessario alla formazione di pali trivellati di calcestruzzo. Con più accezioni, in acustica, t. sonoro (o anche, in alcuni casi, t. acustico), strumento o parte di uno strumento, o condotto, che serve a trasmettere suoni a distanza: sono tali, per es. il condotto uditivo dell’orecchio esterno; i due tubicini di gomma o di plastica che trasmettono alle orecchie i suoni raccolti dall’estremità dello stetoscopio, e, in altro ambito, i tubi per le comunicazioni a viva voce tra locali di una nave o, meno spesso, di un edificio (v. portavoce, n. 2); il generatore di suoni ottenuti facendo vibrare l’aria contenuta nel tubo stesso, impiegato negli strumenti musicali a fiato e nell’organo, ecc. 2. In fisica e nella tecnica, denominazione di varî dispositivi e apparecchi, variamente qualificati con riferimento o allo scopo cui sono destinati, o alle condizioni fisiche regnanti in essi, o a fenomeni che in essi si svolgono, o, infine, al nome dell’ideatore. Tra i dispositivi e gli apparecchi più importanti: t. di Braun, tubo elettronico a catodo freddo, prototipo dei moderni tubi termoelettronici a raggi catodici; t. di Clusius, dispositivo basato sul fenomeno della termodiffusione e usato soprattutto per la separazione di gas e di isotopi gassosi; t. convertitore d’immagini, tubo elettronico usato nei visori a raggi infrarossi per rendere visibili immagini di oggetti colpiti da radiazioni infrarosse; t. di Coolidge (o di Röntgen), tubo elettronico generatore di raggi X; t. di Crookes, tubo a scarica usato per dimostrazioni didattiche sui raggi catodici; t. elettronico, dispositivo costituito da un recipiente metallico o, più spesso, di vetro (detto anche ampolla) a tenuta stagna, contenente due o più elettrodi collegati con l’esterno, nel quale può essere praticato il vuoto (tubi a vuoto, nei quali si può generare un flusso di elettroni tra gli elettrodi) o può essere contenuto un gas (tubi a gas, o ionici, nei quali possono essere generate scariche ioniche di varia natura), utilizzato in numerose e importanti applicazioni in varî campi della scienza e della tecnica, per es. nelle valvole elettroniche, nella produzione dei raggi X, nei fotomoltiplicatori, nella visualizzazione di immagini oscillografiche e televisive, ecc.; t. fotoelettronico, tubo elettronico nel quale gli elettroni sono generati per effetto fotoelettrico; t. di Geissler (o di Plücker), tubo a scarica usato come sorgente luminosa; t. a onda viaggiante, tubo elettronico impiegato come amplificatore per microonde, nel quale il segnale a microonde riceve energia da un fascio elettronico; t. di Pitot, dispositivo che permette di misurare la pressione dinamica e la velocità di una corrente fluida; t. a raggi catodici o, più brevemente, t. catodico, tubo elettronico, generalmente a catodi caldi e a vuoto, nel quale si può variare, mediante campi elettrici o magnetici, la traiettoria di un fascetto di elettroni che colpisce uno schermo fluorescente, creando così un punto di luce che si sposta rapidamente sullo schermo stesso: sono tali i t. oscillografici (quelli cioè utilizzati negli oscillografi), l’iconoscopio e il cinescopio; t. a scarica, denominazione generica dei tubi usati per ottenere e studiare la scarica elettrica nei gas rarefatti; t. termoelettronico, tubo elettronico a vuoto nel quale l’emissione di elettroni avviene per effetto termoelettronico (sono tali il diodo, il triodo, il lighthouse, il tubo a raggi catodici, ecc.); t. termoionico, tubo elettronico a catodo caldo nel quale è presente un gas o un vapore saturo a bassa pressione; t. di Venturi (o venturimetro), tubo orizzontale diviso da una strozzatura in due parti, una convergente e una divergente, usato per la misurazione della portata di un fluido scorrente in pressione entro un condotto; t. a vuoto, denominazione generica di un tubo nel quale sia stato praticato il vuoto spinto. Nella teoria dei campi vettoriali, t. di flusso è l’ideale superficie tubolare costituita dalle linee di flusso di un campo vettoriale che passano per i punti di un’assegnata linea chiusa interamente contenuta nel campo e che non sia essa stessa linea di flusso; se il vettore del campo è una forza, il tubo di flusso si chiama più particolarmente t. di forza; analogam. si parla di t. di corrente se il vettore di campo è una densità di corrente (di un fluido, elettrica, ecc.). Nell’elettronica e nelle sue applicazioni il termine, usato senza particolari qualificazioni, indica genericamente un tubo elettronico (assai spesso, un tubo termoelettronico): amplificatore a tre t., circuito con due t. in controfase, ecc. 3. Tubi da colore, in paletnologia, le ossa lunghe di animali, incise, le quali nell’interno presentano tracce di ocra rossa, che doveva probabilmente servire per la pittura del corpo degli uomini del paleolitico superiore. 4. In botanica, la parte inferiore tubolare del calice (per es., nelle labiate) o della corolla (per es., nella belladonna) o del perigonio (per es., nell’aloe), che in certi fiori è formata dalla concrescenza delle rispettive parti costituenti (sepali, o petali, o tepali). Con riferimento al floema dei fasci conduttori, t. cribroso ognuna delle file di cellule vive, allungate, con parete sottile, unite tramite le facce trasversali, perforate dai pori delle placche cribrose adibiti al trasporto della linfa elaborata; t. laticifero, nome di cellule o file di cellule vive, disposte anche a reticolo, con citoplasma parietale che circonda il latice. 5. In anatomia, organo in forma di tubo o condotto: in partic., t. digerente (in passato, anche tubo digestivo), il canale alimentare che si estende dalla bocca all’ano; t. midollare o neurale, nell’embrione dei vertebrati, l’abbozzo del neurasse, cioè dell’encefalo e del midollo spinale. ◆ Dim. tubétto (v.), tubino (v. tubino2) e tubicino.