tutore
tutóre s. m. [dal lat. tutor -oris, der. di tueri «difendere, proteggere», part. pass. tutus]. – 1. (f. -trice) a. In diritto, la persona a cui è affidata la tutela di un minore o d’un incapace, e che ha perciò, nei riguardi del tutelato, funzioni analoghe a quelle di chi esercita la potestà: i rapporti fra t. e pupillo; fare da tutore, da tutrice (anche in senso estens., assumersi la protezione e cura di un minore, pur senza averne specifico mandato giuridico); fino a che non è uscito di minorità, gli ha fatto da tutrice la zia; essere sotto un t., avere il t.; in usi fig.: decido da me, non ho bisogno di tutori. b. Protettore, difensore: farsi t. del buon costume; essere buon t. dei proprî diritti, dei proprî interessi; uno zelante t. (o una zelante tutrice) dell’ordine. 2. (f. -trice) a. Nell’attività didattica, persona incaricata di svolgere in modo continuativo opera di formazione o di controllo indirizzata a un singolo allievo o a un piccolo gruppo di discenti. In partic., nelle università, laureato o docente che segue direttamente e fin dall’inizio il lavoro di uno studente guidandolo nel suo curriculum di studî (è, questa, un’istituzione tipica dell’ordinamento universitario anglosassone, e il termine stesso di tutore è, in questa accezione, un calco dell’ingl. tutor). b. Nella scuola secondaria, docente (detto anche docente tutore) nominato dal preside dell’istituto con l’incarico di aiutare l’insegnante vincitore di concorso a orientarsi nell’attività scolastica durante il periodo di prova. 3. Riferito a cose: a. In agraria (e analogam. nel giardinaggio), sinon. di sostegno. b. In medicina, t. ortopedico, apparecchio ortopedico, variamente modellato in acciaio, cuoio, materie plastiche, con finalità di sostegno, correzione e sussidio funzionale in caso di esiti di frattura, gravi paralisi muscolari o esiti invalidanti di queste.