tv di strada
loc. s.le f. inv. Televisione di strada: emittente televisiva privata che trasmette in ambito locale. ◆ Si chiamano tv di strada, o di quartiere, o di condominio. Perché non si vedono se non al di fuori di un raggio di poche centinaia di metri e perché si trasmettono con lo stesso meccanismo che si usa per diffondere il segnale nei condomini. Sono le tv fai-da-te, inventate a Bologna un anno fa, e diffuse ora anche in Lombardia: dopo le quattro nate a Milano, a partire da settembre avrà un palinsesto completo anche Tele Libera Saronno (provincia di Varese). (Corriere della sera, 9 luglio 2003, p. 45, Cronaca di Milano) • Si chiamano Telestreet, letteralmente Tv di strada: perché appartengono alla realtà circoscritta di un quartiere, di una via, o di un solo condominio. […] le tv di strada trasmettono senza concessione governativa e sono pertanto illegali, anche se si dichiarano costituzionali in base all’articolo 21 della Costituzione Italiana (per intenderci, quello che sancisce la libertà di stampa). (Elena Nieddu, Avvenire, 15 agosto 2004, p. 25, Oggi Spettacolo) • Dopo aver enunciato le caratteristiche delle tv di strada (tra le quali quella di non avere scopo di lucro), il disegno di legge intende regolamentare le disposizioni tecniche di trasmissione, installazione e manutenzione, nonché le modalità di autorizzazione e realizzazione, delegando ai Comitati regionali per le comunicazioni (Corecom), l’autorizzazione ad assegnare le frequenze analogiche o digitali sui coni d’ombra per la realizzazione delle televisioni di strada (M[atteo] Cass[ol], Trentino, 14 febbraio 2008, p. 38, Cronaca di Riva e Arco).
Composto dal s. f. inv. tv, dalla prep. di e dal s. f. strada.
Già attestato nel Corriere della sera del 22 febbraio 2003, p. 46 (Paolo Brogi).
V. anche telestreet, tv urbana.