ubiquitario
ubiquitàrio s. m. (f. -a) e agg. [der. del lat. ubīque «in ogni luogo»; cfr. ubiquità]. – 1. Chi aderiva all’orientamento prevalente nella Chiesa luterana e sosteneva, in polemica con i calvinisti e con i luterani dissenzienti, che Cristo, per la sua infinità, si trova dappertutto (ubiquitas corporis Christi) e quindi anche nell’Eucaristia: primo sostenitore di questa dottrina fu G. Brenz (1499-1570), ma le polemiche si protrassero nella Chiesa luterana fino al sec. 17°. In funzione di agg., proprio degli ubiquitarî: la dottrina ubiquitaria. 2. agg. In ecologia, lo stesso che ubiquista. In usi rari, con valore generico e tono scherz., che è diffuso dappertutto, che si trova in ogni luogo: sotto l’u. umidità palermitana la roba ingialliva, si disfaceva (Tomasi di Lampedusa). Con questo sign., l’agg. è talora usato, in linguaggi specialistici di tono sostenuto, anche in senso obiettivo (non cioè scherz.): una protesta u.; malattia contagiosa con manifestazioni ubiquitarie. ◆ Avv., non com., ubiquitariaménte, dappertutto, in luoghi diversi: sostanze che si riscontrano ubiquitariamente nei tessuti organici.