udeurrino
s. m. e agg. Seguace o sostenitore del partito politico dell’Udeur, Unione democratici per l’Europa; dell’Udeur. ◆ Un incontro serale tra Margherita (Franco Marini), Ds (Vannino Chiti) e Udeur (Mauro Fabris e Stefano Cusumano) ha siglato ieri l’accordo. E i commenti dei rappresentanti udeurrini sono addirittura entusiastici: «Sono state gettate le basi per un vero e proprio patto di legislatura che possa durare fino al 2011», ha detto Cusumano. (Sole 24 Ore, 13 gennaio 2005, p. 16, Italia-Politica) • Per [Romano] Prodi si annuncia una settimana intensa nella Capitale dove arriva oggi e dove probabilmente incontrerà Clemente Mastella per sancire il ritorno all’ovile del capo udeurrino. (N. B. M., Messaggero, 17 gennaio 2005, p. 4, Primo piano) • La situazione è confusa e domani, una provincia dopo l’altra, gli «udeurrini» cominceranno a tirare le somme per capire come dovranno, e potranno, muoversi. Ci sarebbe addirittura chi avrebbe proposto di presentarsi da queste parti alle prossime consultazioni sempre sotto le insegne dell’Udeur: dal logo, però, dovrebbe essere cancellato il nome «Mastella». (Lello Parise, Repubblica, 10 febbraio 2008, Bari, p. III).
Derivato dall’acronimo Udeur con l’aggiunta del suffisso -ino2.
Già attestato nella Repubblica del 24 maggio 1999, p. 16, Politica (Barbara Jerkov), usato come s. m.