ultimarie
(Ultimarie) loc. s.le f. pl. (iron.) Le elezioni primarie viste come un fenomeno politico antiquato, improvvisato o residuale. ◆ Per trovare un buon candidato, l'Ulivo ha fatto le Primarie. Il Polo invece ha fatto le Ultimarie: nel senso che il candidato il Polo l'ha designato all'ultimo minuto, dopo una lunga manfrina e qualche giro distensivo attorno all'aiuola dei fiori all'occhiello. (Maurizio Barbato, Repubblica, 5 aprile 2003, p. 15) • «Peccato che un momento così partecipativo si sia dimostrato soltanto una prova a chi ha i muscoli più tonici tra le varie correnti», dichiara Francesco Barra, segretario provinciale di Sinistra democratica, che poi prende a prestito una definizione ormai diffusasi in città, «ultimarie», per notare che «i cittadini certamente sono stati presi in giro. Questo partito nasce già vecchio». (Roberto Fuccillo, Repubblica, 20 ottobre 2007, Napoli, p. 5) • [tit.] Ultimarie [testo] Che, da strumento capace di lanciare in orbita personaggi sgraditi agli apparati, le primarie fossero scadute a camarilla alimentata dagli apparati stessi era cosa nota o comunque fortemente sospetta. Vedersela però sbattere in faccia suscita un moto di disgusto che mina la credibilità di un meccanismo elettorale e del partito che su quel meccanismo aveva fondato la propria differenza. (Massimo Gramellini, Stampa, 8 marzo 2016, Prima pagina).
Derivato dall'agg. ultimo con l'aggiunta del suffisso -ario e, in particolare, della forma del femminile plurale -arie, usata per coniare nomi indicanti sistemi di selezione di candidati da presentare a vari tipi di consultazioni elettorali istituzionali (v. gazebarie, parlamentarie, quirinarie, ecc.); sul modello della loc. s.le f. pl. primarie.