ultrafemminista
agg. Schierato su posizioni eccessivamente femministe; femminista a oltranza. ◆ Il 18 dicembre 2004, su «Liberazione», un «giovane studente-lavoratore» ha scritto una lettera di protesta per la scelta del giornale di pubblicare articoli «ultrafemministi», e soprattutto per aver fatto una «vergognosa pagina» con la scritta «maschi assassini». Senza tener conto che con quel titolo si apriva un dettagliato resoconto sul Rapporto di Amnesty International sulla crescente violenza alle donne nel mondo, lo scenario immediatamente si ribalta: le donne non sono vittime, ma protagoniste di un «sessismo alla rovescia», aspiranti, per effetto di antiche «frustrazioni sessuali», a uno «strapotere» che si aggiunge ai «privilegi» che già hanno. (Lea Melandri, Liberazione, 2 gennaio 2005, p. 1, Prima pagina) • i peones festeggiano l’ennesimo naufragio delle quote rosa. […] Manca quattro volte il numero legale, il disegno di legge è rinviato a oggi. Vengono presentate, tra applausi di scherno, modifiche «ultrafemministe» da Forza Italia: quattro volte gli emendamenti sono approvati per alzata di mano e poi bocciati con voto elettronico (dove i votanti sono registrati nominalmente). Accade tutto e il contrario di tutto. (Giovanna Casadio, Repubblica, 8 febbraio 2006, p. 14).
Derivato dall’agg. femminista con l’aggiunta del prefisso ultra-.
Già attestato nella Repubblica del 16 dicembre 1987, p. 8.