ultramontanismo
s. m. [dal fr. ultramontanisme, der. di ultramontain (v. ultramontano)]. – Nelle lotte tra papato e impero, l’orientamento di chi, fuori d’Italia (nei paesi tedeschi già alla fine del medioevo), si faceva sostenitore della politica pontificia anche se in conflitto con gli interessi nazionali. Ma la fortuna del termine è legata al formarsi degli stati nazionali e ai conflitti tra questi e il papato: fu usato dapprima in Francia, per designare gli avversarî delle libertà gallicane e i fedelissimi del papa; in Germania fu adottato dai seguaci del giuseppinismo, e in genere di teorie giurisdizionalistiche, contro gli avversarî. Soprattutto il termine tornò in voga nel sec. 19° in Francia, dove ultramontanismo coincise spesso con conservatorismo e spirito reazionario; l’accusa fu rivolta contro uomini come Lamennais, de Maistre, Lacordaire. Al Concilio Vaticano I come ultramontanisti erano indicati tutti i sostenitori dell’infallibilità pontificia e ultramontani furono chiamati in Germania gli avversarî del Kulturkampf.