ultrasuonoterapia
ultrasuonoterapìa (meno com. ultrasonoterapìa) s. f. [comp. di ultras(u)ono e terapia]. – In medicina, impiego a scopo terapeutico degli ultrasuoni. L’azione biologica, sfruttata a fini terapeutici, è la risultante di varie componenti: un’azione meccanica sulle cellule, che comporta l’acceleramento del metabolismo e degli scambî osmotici cellulari; un’azione termica collegata all’assorbimento di energia sonora; un’azione chimica, consistente nella demolizione di molecole e accelerazione di processi elettrici, osmotici e catalitici. A queste azioni va aggiunta un’ipotetica azione sul sistema neurovegetativo, che avrebbe per effetto modificazioni del tono neuromuscolare e neurovascolare. Sono possibili effetti lesivi, per cui il limite di sicurezza è stato fissato, per l’uomo, in un’intensità energetica di 7 W/cm2. Le indicazioni sono essenzialmente rappresentate da sindromi dolorose (nevriti, artriti e periartriti, ecc.); le controindicazioni da cardiopatie, sindromi emorragiche, ecc. È stata messa a punto anche una tecnica di ultrasuonoterapia chirurgica per la frantumazione dei calcoli (litotripsia ultrasonica: v. litotripsia).