unificare
v. tr. [dal lat. tardo unificare, comp. di unus «uno» e -ficare] (io unìfico, tu unìfichi, ecc.). – 1. Ridurre più cose o parti a un tutto unico, riunirle insieme in un tutto omogeneo: i patrioti del Risorgimento miravano a u. l’Italia; u. le varie correnti di un partito (e nel rifl., con valore recipr., correnti politiche che tendono a unificarsi); u. i codici, le leggi, rifonderli organicamente in un solo codice. 2. Ridurre a un tipo unico produzioni e prodotti, soprattutto industriali, mediante fabbricazione regolata secondo le norme dell’unificazione. ◆ Part. pass. unificato, anche come agg.: partito socialista unificato; industrie unificate, produzione unificata; contributi unificati, contributi delle assicurazioni sociali nei quali sono conglobati i varî contributi dovuti per le singole forme di assicurazione. In fisica, teorie unificate, teorie dei campi che interpretano interazioni diverse come manifestazioni differenti di una stessa interazione fondamentale: così, per es., l’elettromagnetismo rappresenta la necessaria unificazione delle interpretazioni dei fenomeni elettrici e magnetici; teoria unificata elettrodebole, unificazione delle interazioni elettromagnetiche e deboli, formulata nel 1967 da S. Weinberg, S. Glashow e A. Salam, che predice, tra l’altro, l’esistenza dei bosoni vettoriali intermedî W e Z, solo successivamente scoperti.