unificazione
unificazióne s. f. [der. di unificare]. – 1. L’azione di unificare, il fatto di venire unificati, riferito a enti o elementi autonomi o comunque differenziati: l’u. degli stati italiani o dell’Italia; u. dei sistemi di misura, tra varî stati; u. della moneta nella Comunità economica europea; u. dei contributi per le assicurazioni sociali; u. sindacale, come realizzazione, o programma di realizzazione, dell’unità delle varie organizzazioni sindacali; u. socialista, tendenza programmatica dei varî partiti socialisti, attuata in Italia per un breve periodo, nel 1966, tra il partito socialista e il partito socialdemocratico. 2. Riduzione a un unico tipo, standardizzazione, fabbricazione in serie. Nel settore industriale è l’azione (cui provvede in Italia l’Ente nazionale italiano di unificazione – sigla UNI –, succeduto nel 1946 all’Ente nazionale per l’unificazione nell’industria) che mira a stabilire e applicare regole, in determinati campi di attività, a vantaggio di tutti gli interessati e con il loro concorso al fine di raggiungere una maggiore economia generale tenendo in debito conto le condizioni funzionali e le esigenze della sicurezza: può riguardare, per es., nomenclatura, definizione di termini, particolari costruttivi, piani per una limitazione del numero di varietà, di dimensioni, di forme, di qualità, metodi di classificazione, di definizione di classi per prodotti diversi, ecc. 3. In fisica dei campi, l’identificazione di interazioni diverse nell’ambito delle teorie unificate: l’u. elettrodebole; teorie di grande u. (o teorie «grandunificate»), i tentativi di ridurre tutte le interazioni (inclusa la gravitazione) a un unico principio.