unire
v. tr. [lat. unīre, der. di unus «uno»] (io unisco, tu unisci, ecc.). – 1. Mettere insieme due o più oggetti, enti o elementi, congiungendoli o collegandoli in modo che risultino a contatto, senza soluzione di continuità, e formino un tutto unico e solidale: u. due pezzi metallici, mediante la saldatura, con cerniere, ecc.; u. due assi a incastro; u. due teli cucendoli l’uno all’altro; uniamo le tavole e facciamo una sola tavolata; u. più tinte per ottenere una determinata gradazione di colore; unendo i nostri risparmî riusciremo a comprarci un appartamento; u. due paesi in un’unica nazione; con oggetto espresso da sost. astratti: uniamo le nostre forze per cacciare l’invasore; u. l’utile al dilettevole, fare cosa gradevole ricavandone, inoltre, un’utilità materiale; quella ragazza unisce alla grazia l’intelligenza. 2. Riferito come oggetto a persone, stringerle insieme con vincoli morali, renderle solidali tra loro: le disgrazie uniscono gli uomini; interessi comuni, o comuni ideali, li univano; eravamo uniti da una lunga amicizia; assol., la patria unisce, le fazioni dividono; in partic., u. in matrimonio, riferito al rappresentante del potere civile o religioso che presiede al rito nuziale e lo ratifica: il sacerdote unì in matrimonio i due giovani. Nel rifl., per lo più con riferimento a vincoli legali o morali: unirsi in matrimonio, unirsi in società; in prime nozze si è unita con un avvocato della Napoli bene; gli Italiani si unirono per cacciare gli stranieri; con uso estens., accompagnarsi, mettersi insieme con altri: usciti di casa trovammo una comitiva di amici e ci unimmo a loro; si unì a noi per non fare la strada da solo. Come intr. pron., coesistere: la crudeltà si unisce spesso alla vigliaccheria. 3. Congiungere due cose distanti tra loro senza avvicinarle l’una all’altra: u. due punti con una linea, tracciare una linea da un punto all’altro; u. due città con una strada, con una ferrovia. ◆ Part. pass. unito, anche come agg. (v. unito).