universo2
univèrso2 s. m. [dal lat. universum, neutro sostantivato dell’agg. universus: v. universo1]. – 1. L’ambiente in cui hanno sede tutti i corpi materiali esistenti e tutti i fenomeni naturali; anche, l’insieme dei corpi stessi: gli antichi credevano che la terra fosse al centro dell’u.; le leggi dell’u.; l’u. è creazione di Dio; La gloria di colui che tutto move Per l’u. penetra, e risplende In una parte più e meno altrove (Dante); in frasi iperb.: credi di essere il padrone dell’universo? In astronomia, la concezione della struttura e dell’evoluzione dell’universo è mutata nelle diverse epoche storiche in relazione al crescere delle dimensioni delle regioni che di esso si potevano osservare: così già nel sec. 16° si assiste al confronto e all’avvicendamento tra il sistema tolemaico e quello copernicano (v. cosmologia, nel sign. 2); successivamente, sulla scorta delle teorie di I. Newton, l’universo fu considerato omogeneo su larga scala e infinito, mentre E. Halley, nel 1720, in base all’oscurità del cielo notturno (paradosso di Olbers, v. paradosso1, n. 2 a), concluse che il numero delle stelle doveva essere finito; la scoperta della recessione delle galassie (v. recessione, n. 3), avvenuta negli anni ’20 del Novecento a opera di E. Hubble (per la quale la velocità di recessione delle galassie è proporzionale alle loro rispettive distanze), fece sì che, alla concezione allora dominante di un u. statico, subentrasse quella dell’u. in espansione. Dopo la scoperta della radiazione cosmica di fondo (v. radiazione1, n. 1), avvenuta nel 1965 a opera di A. A. Penzias e R. W. Wilson, la teoria attualmente più accettata sull’origine e l’evoluzione dell’universo è quella del big bang (v. anche cosmologia), la grande deflagrazione primordiale che ha generato l’espansione (v.) del cosmo. La geometria dello spazio-tempo dell’universo, il cui studio si basa sulla teoria della relatività generale di A. Einstein, costituisce il problema cosmologico fondamentale: nell’ipotesi di un u. omogeneo e isotropo (che possiede cioè una generale uniformità), tale che un osservatore, in qualunque parte dell’universo si trovi, osserva, in una certa epoca e su larga scala, essenzialmente lo stesso scenario cosmico in tutte le direzioni, lo studio della dinamica globale dell’universo si riduce alla conoscenza dell’evoluzione temporale di una lunghezza di riferimento (la distanza fra due regioni qualsiasi dell’universo, detta «fattore di scala»). Più in partic., in cosmologia, modelli di u., i possibili differenti modi di evoluzione nel tempo dell’universo su grande scala in corrispondenza di diversi valori della densità media di materia in esso contenuta (che sono in relazione con la velocità di recessione): l’u. aperto, in cui la velocità di espansione è elevata rispetto alla densità media di materia e per il quale l’attuale fase di espansione proseguirebbe indefinitamente in uno spazio-tempo, avente curvatura negativa, descritto da una geometria iperbolica in cui le traiettorie della luce e delle galassie divergono all’infinito; u. piatto, particolare universo aperto in cui la densità di materia compensa esattamente la velocità di espansione, che diminuisce asintoticamente nel tempo, in uno spazio-tempo, avente curvatura nulla, descritto dalla geometria euclidea; u. chiuso, in cui la velocità di espansione è piccola rispetto alla densità di materia, per cui l’espansione avrebbe termine con l’inizio di una successiva fase di contrazione: è caratterizzato da uno spazio-tempo con curvatura positiva, chiuso su sé stesso e descritto da una geometria «parabolica». 2. ant. o letter. Il mondo intero, la totalità degli uomini o anche di tutti gli esseri viventi: essendo già quasi per tutto il mondo l’altissima fama del miracoloso senno di Salamone discorsa per l’u. (Boccaccio), diffusa tra tutti gli uomini; inquïete Tenebre e lunghe all’u. meni (Foscolo), riferito alla sera; quand’eri bambino chiudevi gli occhi, credevi l’u. cancellato, e pronto a riapparire, immediato e ubbidiente, al risollevarsi delle tue palpebre (Arpino). 3. fig. a. Come sinon. di mondo, l’ambiente, reale o più spesso immaginario, che viene considerato caratteristico di una persona, di un insieme di individui (o anche di una corrente poetica, letteraria, artistica), per i quali costituisce insieme una fonte di sogni e d’ispirazione, un rifugio ideale, un alimento della fantasia: l’u. del bambino; l’u. dei poeti crepuscolari; l’u. del pittore Hieronymus Bosch è popolato di figure grottesche. b. In statistica, la totalità degli individui, cioè degli elementi o dei casi singoli, di un fenomeno collettivo. c. Nella teoria degli insiemi e in logica matematica, insieme u., o assol. universo, l’ambiente nel quale si opera, cioè l’insieme ai cui elementi si applicano le operazioni e le funzioni considerate, ovvero in cui si interpreta una data teoria logica.