uno
agg. num. card., pron. indef. e art. indet. [lat. ūnus]. – Come agg. e come art., uno ha al masch. sing. la variante apocopata un, l’uso della quale è regolato dalle stesse norme che regolano l’uso dell’art. determ. masch. sing. il, rispetto alla sua variante lo: un uomo, un osso, un cane, uno scolaro, uno zoccolo, ecc.; il femm. sing. una può subire elisione dinanzi a parola che comincia per vocale: una casa, una scuola, una zia, un’opera, un’alta concezione, ecc. Dell’uso letter. o tosc. è il troncamento di uno come pronome, davanti a consonante: due rettori, un per università (Carducci). 1. Primo numero naturale dopo lo zero (in cifre arabe 1, in numeri romani I); è il numero con cui ha normalmente inizio una numerazione (per es., dei giorni del mese, delle pagine di un libro, dei numeri civici di una via): il numero uno, a pagina uno, il giorno uno marzo. Nelle operazioni: sette per uno (7 × 1); otto meno uno (8 – 1), ecc.; ricominciando la sequenza dei numeri dopo ogni decina, uno si unisce, come secondo elemento, al numero che esprime la nuova decina (fa eccezione undici che, derivando direttamente dal lat. undĕcim, ha aspetto proprio): ventuno, venti e uno, trentuno, trenta e uno, ecc.; e poi centouno o, raro, centuno, ecc., milleuno, ecc. Com. la locuz. fig. il numero uno, chi occupa il primo posto in assoluto nel proprio settore di attività o all’interno di una gerarchia non ufficiale (in strutture organizzative, delegazioni, rappresentanze diplomatiche, ecc.): alla conferenza per il disarmo era presente anche il numero u. del Cremlino (per altri usi dell’espressione, v. numero, n. 7). Con funzioni aggettivali o sostantivali: a. Come agg., che è in quantità corrispondente a uno: un braccio, una gamba; un capello, un’unghia; una damigiana di vino, un bidone di benzina; una finestra, una casa; un paio di pantaloni; un quaderno a righe e due a quadretti; dire un paternoster e tre avemmarie; un metro, un grammo, un minuto (in espressioni di tempo continuato o di moto per luogo: stetti un’ora con lui, per un’ora; camminai un chilometro, per un chilometro; t’ho aspettato un anno); un chilometro e mezzo, un’ora e mezza (o un’ora e mezzo); un mese dopo, un anno fa; una settantina di pagine, un migliaio di euro; in indicazioni frazionarie: una quinta, una decima, una ventesima parte; non ne rimase che una minima parte; nella composizione con i numeri indicanti le decine, le centinaia, ecc.: ventuna pagina, le mille e una notte, centouna volte, ma più spesso in tal caso si usa la forma non declinata del masch. sing., nella forma intera o apocopata: ventuno pagine, quarantun righe, cinquantun miglia; con analoga discordanza di numero nelle indicazioni delle ore: le ore una e talora le una, con il plur. dell’articolo, per attrazione delle ore successive (le ore due o le due, le tre, ecc.), accanto alla forma più com. l’una; sosta ore una, validità del biglietto ore una; e nel registrare la quantità delle merci: olio, litri uno; sale, chilogrammi uno; zucchero, libbre una; e sottintendendo un altro sostantivo (giorno, anno, ecc.): l’ordine è dell’uno (più spesso del primo) del mese (cioè del giorno 1); essere dell’uno (cioè nato nell’anno 2001, 1901, ecc.). Indicando iperb. somiglianza o uguaglianza: è un Ercole, quell’uomo, è forte come Ercole, è fortissimo; questa casa è una topaia, buia, angusta e sporca; oppure un numero esiguo di cose o di persone: saranno una o due case; o, più spesso, in frasi negative, per esprimere assoluta negazione: non ci manca un ette; non ho un centesimo. Con rafforzamento di significato, ottenuto per mezzo degli agg. solo, unico, dell’avv. soltanto e sim.: un solo uomo, una sola casa, un’unica famiglia, una volta soltanto; anche senza questi elementi raf-forzativi uno può significare in alcune frasi «uno solo», «un unico» o anche «uno stesso»: non ho che un recipiente; prov. una rondine non fa primavera; quei due sono un cuore e un’anima, di persone molto unite tra loro; Amor condusse noi ad una morte (Dante); talvolta insiste sulla identità (significa cioè «uno stesso, uguale»): suono uno e diverso Di tre favelle (Foscolo). Locuz. avv.: a un tempo, nello stesso tempo, contemporaneamente; egli a una ora poteva una gran misericordia fare e la sua vergogna e quella della figliuola tor via (Boccaccio); a un modo, d’un modo, allo stesso modo, di uno stesso modo; a una voce, con voci concordi. Locuz. particolare: tutt’uno, con valore di sost. neutro («una unica cosa, una stessa cosa»), e in funzione predicativa: quei due sono tutt’uno, sono come una sola persona, sono in completo accordo; cortesia e onestade è tutt’uno (Dante), sono una cosa sola, la stessa cosa; vederlo e acciuffarlo fu tutt’uno, le due azioni accaddero quasi simultaneamente. Letter., compatto moralmente o politicamente; non diviso, non discorde: col Risorgimento l’Italia divenne una e libera; Una gente che libera tutta, O fia serva tra l’Alpe ed il mare; Una d’arme, di lingua, d’altare, Di memorie, di sangue e di cor (Manzoni); talora, non com., al plur.: uni nell’animo si accinsero alla lotta. Nella teologia cristiana, in riferimento alla identità ipostatica delle tre persone divine: Dio è uno e trino. b. Come sost.: io conto per uno, per una, come una sola persona; analogam. in costruzioni partitive: uno di loro e una di voi; datemi uno di questi libri; fanne entrare una e le altre mandale via; uno lo prendo volentieri; in queste costruzioni uno acquista talora un sign. prossimo a quello di pronome indef. (v. più avanti): ho visto uno dei tuoi figli, una delle tue nipoti; uno dei più facinorosi rimase ferito; è uno dei migliori alunni; è uno dei tanti, di persona che non eccelle particolarmente; una di quelle, per eufemismo, una prostituta. Nel linguaggio filosofico: l’Uno, l’unica realtà assoluta: il neoplatonismo celebrò l’Uno come suprema realtà trascendente. c. Come sost., esclusivam. di genere maschile, il numero uno: l’uno è il primo dei numeri interi positivi; undici si scrive con due uno (più raram. con due uni); è stato estratto l’uno; il segno numerico che rappresenta il numero uno (1): scrivo l’uno e riporto sei. Per ellissi, sottintendendo il sost. numero: stare per uno, andare per uno, quando manca un solo numero per vincere alla tombola e in altri giochi simili. In informatica, in elettronica e nella teoria delle comunicazioni, nome di uno dei due stati possibili di un circuito o dispositivo, di una cella di memoria, ecc., che abbia natura binaria; l’altro stato è indicato con lo zero. È uno dei due simboli (cifre) nel sistema di numerazione binaria e nella rappresentazione binaria dell’informazione: le successioni binarie sono formate da zeri e da uno (o da uni). Analogam., in logica matematica è talvolta usato come simbolo del valore di verità vero (in contrapp. a zero). d. Come sost., esclusivam. femminile con sign. neutro: ne ho sentita una!, ve ne devo raccontare una!, una storiella divertente, una notizia sbalorditiva; ne ho passata una bella!, me ne è toccata una bella!, una bella disavventura; delle due l’una: o accettate o rifiutate. e. Sempre come sost., in varie locuz. distributive o singolative: uno per uno; ne avrete cinque per uno; uno per volta, uno alla volta; uno al giorno, uno alla settimana; a uno a uno o uno a uno, uno alla volta, uno dopo l’altro: ci guardò tutte una a una; noverar le stelle ad una ad una (Leopardi); marciare per uno, disporsi per uno, mettersi in fila per uno, in fila indiana. Nell’uso letter., in una, a una (o in uno, a uno), insieme: Venimmo ove quell’anime ad una Gridaro a noi (Dante); non potranno pur le nostre genti, E le perse e le turche unite in lega, Così potente armata in un raccòrre ...? (T. Tasso). 2. pron. indef. Un tale, un certo, una certa persona: uno di provincia, una del quartiere; c’è uno della polizia; lì incontrerai uno che ti darà ulteriori spiegazioni; non ha trovato ancora uno che la capisca; se uno vuole andarsene, nessuno glielo impedisce; passeggiare con uno; parlare di uno. Come correlativo di altro: l’uno o l’altro è lo stesso; gli uni discutevano, gli altri stavano a sentire; caddero uno sopra l’altro; si succedevano uno dopo l’altro; con valore reciproco: si aiutano l’un l’altro o l’un coll’altro. In costruzioni partitive: si alzò uno dei presenti; ha telefonato uno dei tuoi amici; uno di voi sa l’ora?; col compl. partitivo anteposto: di noi (o tra noi) uno dev’essere il colpevole; anche riferito a cose: ci vediamo una di queste sere?; nell’uso letter. talvolta uno è preceduto dall’articolo (ciò che normalmente accade solo quando la scelta è fra due): delle quali tavole quella che con lui cadde era l’una (Boccaccio); Se dell’eterne idee L’una sei tu (Leopardi). 3. Con uso di articolo indeterminativo, per attenuazione dell’originaria funzione di agg. numerale: un uomo passava per la strada; l’auto andò a sbattere contro un albero; bevve un bicchiere di vino; prese un caffè; si sente uno stormire di fronde; un tale disse ...; in espressioni temporali indeterminate: un giorno accadde che ...; una volta queste cose non accadevano; c’era una volta, cominciando una fiaba; Vissero i fiori e l’erbe, Vissero i boschi un dì (Leopardi); in espressioni di quantità indeterminata: un poco, un po’; dammene un tantino di più; con agg. indefiniti: una qualche scusa la troveremo; con agg. num. ordinali: un primo passo è stato fatto; in un primo tempo pareva consenziente; è tornato una seconda volta. Davanti ad agg. o sost. in funzione predicativa: è un galantuomo, è un gran signore; mi sembra un poveraccio; è un eccellente ingegnere; sei un bugiardo!, è una vergogna!; preposto a un sost. accompagnato da agg. in espressioni enfatiche: oggi c’è un cielo splendido; eseguì l’esercizio con una prontezza unica; in questi casi l’agg. può anche esser taciuto e sostituito da una intonazione elativa: ho avuto una paura!; quel cantante ha una voce!; mi si presentò davanti con una grinta!, cioè una paura grandissima, una voce assai melodiosa o potente, una grinta molto severa, ecc. Con valore prossimo a quello di un agg. indefinito: un galantuomo non si comporta così, nessun galantuomo si comporta così; un padre ha il diritto di essere rispettato dai figli; in espressioni enfatiche: avrà anche lui una coscienza; tutti hanno una patria. Con locuzioni quantitative, nell’uso fam., può indicare approssimazione: costerà un cento euro di meno, circa cento euro di meno; sarà distante un cinquanta chilometri, una cinquantina di chilometri. 4. Locuz. particolari: a. In araldica, uno sopra l’altro, posizione di due o più animali fermi, passanti o correnti disposti in palo, ossia l’uno sovrastante l’altro. b. Nel linguaggio sport., uno-due, movimento dello schermidore che esegue una finta seguita da una cavazione; nel pugilato, l’azione con cui si assesta all’avversario un colpo, subito seguito da un secondo dato con l’altra mano; per estens., nel gioco del calcio, la rapida successione di due reti segnate da una squadra; nella pallacanestro, uno contro uno, movimento di attacco di un giocatore che, invece di proseguire un’azione manovrata, tenta di concludere personalmente affrontando un singolo avversario. c. Uno-due, ma più comunem. unò-duè, locuz. ripetuta per scandire e cadenzare il tempo di marcia di militari o ginnasti: squadra avanti, marc’!: unò-duè, unò-duè; a tratti gli pareva di fare l’istruzione a piedi (u-nò, du-è) ..., si fingeva all’immaginazione di andare in pattuglia (Borgese).