uomo-simbolo
(uomo simbolo), loc. s.le m. Uomo che è diventato un simbolo della causa alla quale si è dedicato. ◆ Come capo dello Stato [Jacques Chirac] collabora col governo di sinistra in un’atmosfera quasi sempre costruttiva; ma come uomo simbolo del centrodestra (e in vista di una probabile ricandidatura), ha tutto l’interesse a polemizzare con i socialisti e in particolare con il possibile rivale per l’Eliseo, Lionel Jospin. (Foglio, 3 dicembre 1998, p. 1, Prima pagina) • La sindrome del capro espiatorio scatta nei momenti in cui si vive, o si crede di vivere, una fase rivoluzionaria, un lavacro collettivo. In questi momenti servono uno o più uomini-simbolo la cui uccisione, reale o metaforica, possa segnare emblematicamente il passaggio dalla vecchia alla nuova era. (Giovanni Sabbatucci, Messaggero, 1° novembre 2003, p. 1, Prima pagina) • Oggi probabilmente l’uomo simbolo degli ex poteri forti (in realtà deboli e indebitati) è Cesare Geronzi, tornato al centro della scena. (Gad Lerner, Europa, 29 gennaio 2005, p. 8, Dialoghi).
Composto dai s. m. uomo e simbolo.
Già attestato nella Repubblica del 9 giugno 1984, p. 15, Cronaca (Franco Coppola).