uranio2
urànio2 s. m. [lat. scient. Uranium, denominato così (1789) per solennizzare la scoperta, fatta pochi anni prima (1781), del pianeta Urano, che a sua volta è dal nome greco, Οὐρανός, del dio Urano (v.) e del cielo]. – Elemento chimico, di simbolo U, peso atomico 238,03, numero atomico 92, facente parte della serie degli attinidi, con valenze principali 4 e 6; diffuso nella litosfera in numerosi minerali, da alcuni dei quali (carnotite, autunite, pechblenda, uraninite) si estrae: la produzione consiste nella preparazione di un concentrato, nella lisciviazione (acida o alcalina), nella trasformazione in tetrafluoruro di uranio e nella riduzione dell’alogenuro con ottenimento di un prodotto finale con titolo di norma superiore al 98% di uranio; si ottiene anche come sottoprodotto nella preparazione dell’acido fosforico da alcune rocce fosfatiche (da un impianto capace di produrre 700 t al giorno di acido fosforico, calcolato al 100%, è possibile ottenere 450 g di ossido di uranio, U3O8); un’altra fonte potenziale di uranio è rappresentata dall’acqua di mare, in cui però l’elemento si trova allo stato di grande diluizione. È un metallo di color bianco-acciaio, duttile e malleabile, molto reattivo, tossico, costituito da tre isotopi radioattivi, di cui più importanti 235U (0,7%), fissile, e 238U (99,3%), non fissile ma fertile in quanto dà luogo a un isotopo fissile del plutonio; rappresenta attualmente il più importante combustibile nucleare; alcuni suoi ossidi vengono usati nell’industria ceramica e in quella dei pigmenti.