ustascia
ùstascia s. m. e agg. [dal serbocr. ustas̆a «insorto, ribelle», der. del verbo ustati «alzarsi, levarsi in piedi»], invar. – Termine già usato dagli Slavi balcanici per indicare chi aveva preso parte alla lotta contro i Turchi, ripreso da A. Pavelić per denominare gli appartenenti al movimento croato di ribellione contro il predominio serbo, da lui promosso e capeggiato dal 1929. Dopo l’occupazione italo-tedesca della Iugoslavia (1941), gli ustascia costituirono il partito unico dello stato indipendente di Croazia, abbandonandosi a una feroce lotta di sterminio in cui persero la vita circa un milione di Serbi ortodossi della Bosnia-Erzegovina e della Croazia; nel 1945 i capi ustascia si rifugiarono all’estero, dove il movimento ha tentato di riorganizzarsi, sempre con un programma nazionalista e fascista, compiendo sporadici attentati e altri atti terroristici.