vacante
agg. [dal lat. vacans -antis, part. pres. di vacare «essere libero»]. – 1. Di ufficio, carica, dignità privi temporaneamente del titolare, e quindi liberi, disponibili: attualmente il posto di direttore è v., è rimasto v., si è reso v.; cattedra, sede v.; nacque questo singulare splendore italico [cioè Dante] nella nostra città, vacante il romano imperio per la morte di Federigo (Boccaccio); nelle diocesi, sede v., il periodo che intercorre tra la fine del governo di un vescovo e la nomina del successore; nel pontificato, il periodo che intercorre tra la morte o rinuncia di un pontefice e l’elezione del successore; beneficio v., un beneficio ecclesiastico privo di titolare; rendita v., la rendita di un beneficio vacante. In passato era usato come s. m. per indicare il beneficio vacante: ufficio dei vacanti, quello che poi è stato chiamato economato dei benefici vacanti; e primo v. era detto il primo beneficio che si rendesse libero; anche al femm.: Non la fortuna di prima vacante, ... Addimandò (Dante). 2. ant. a. Di persona, priva di ufficio, che non ricopre l’ufficio che le spetterebbe. b. Di bene immobile, privo di proprietario conosciuto. Nel diritto romano, si chiamavano beni v. (lat. bona vacantia) quelli che alla morte del titolare non passavano ad alcuna persona perché il defunto non aveva fatto testamento o non aveva eredi legittimi, o perché gli eredi non volevano o non potevano succedere: in tal caso chiunque era autorizzato a entrare in possesso e ad acquistarne poi la proprietà attraverso l’usucapione (una legge di Augusto stabilì più tardi che fossero devoluti all’erario). c. Libero, in espressioni come ore v., ore libere, ore di riposo. d. Privo: Come quel fiume ... Che si chiama Acquacheta suso, ... E a Forlì di quel nome è vacante (Dante). 3. a. non com. Di edificio, appartamento, sede di un ufficio, ecc., non occupato, libero, disponibile: la sede di Palazzo Chigi, lasciata v. dal ministro degli Affari Esteri, è stata occupata dalla presidenza del Consiglio. b. Col sign. (per il resto ant.) di «vuoto», la parola è di uso corrente nel linguaggio dei traffici marittimi con riferimento a un mercantile che naviga privo di carico commercialmente utile.