vacca
s. f. [lat. vacca]. – 1. La femmina adulta dei bovini: allevamento di vacche; vacche da lavoro, da riproduzione, da macello o da carne (carne di vacca, e assol. bollito di vacca), da latte; pelle di vacca (v. vacchetta, n. 2); le sette v. grasse e le sette v. magre, del sogno del Faraone interpretato da Giuseppe (Genesi 41), simboli rispettivam. dell’abbondanza e della carestia (di qui l’uso fig. in frasi come: essere o non essere in tempo di v. grasse, di abbondanza, di benessere economico); in numerose tradizioni religiose la vacca simboleggia l’abbondanza, la fertilità, la terra e nell’induismo è considerata animale sacro. Di uso fam. e pop. le frasi fig. essere, o trovarsi, o stare in un ventre di vacca, essere tranquillo, senza preoccupazioni, in condizione di largo benessere. 2. fig. a. ant. Bicornia a lingua di vacca, o semplicem. lingua di v., sorta d’incudine. b. Al plur. vacche, nome dato comunem. ai bachi da seta ammalati di giallume, perché si gonfiano in modo anomalo; andare in vacca, dei bachi da seta che si ammalano, o che, più genericamente, diventano flaccidi e cessano di fare il bozzolo; per traslato, di persona, diventare fiacco, svogliato (cfr. il sinon. invacchire); in usi region., andare in v., guastarsi, detto per es., del tempo che si rannuvola, o anche rovinarsi, andare a finire male: la festa, o la nostra iniziativa, è andata in vacca. Con riferimento ai bachi da seta anche, prob., l’espressione fare la v., starsene in ozio, non mostrare voglia di lavorare. c. Con sign. fortemente spreg., donna di facili costumi, che si prostituisce o si concede con grande facilità; per lo più come ingiuria volgare, anche in funzione di agg., di frasi offensive, bestemmie e imprecazioni: sei una v.!; è una gran v., quella ragazza, o quella fa la v. con tutti; porca vacca! Valore spreg. ha anche in altri casi, riferiti per es. a donna sformata, o trasandata, oppure in similitudini: stava sdraiato (o più spesso sdraiata) come una vacca (cfr. anche stravaccato). d. Frequente, nel linguaggio giornalistico e polit., l’espressione mercato delle vacche (corrispondente al ted. Kuhhandel) per indicare patteggiamenti, assegnazioni di cariche e scambî di favori illegittimi o comunque poco corretti tra gruppi o partiti politici diversi: il mercato delle v. dell’assegnazione dei ministeri. e. Com. nell’uso corrente e scherz. la locuz. parlare il francese come una v. spagnola (traduz. della frase fr. parler le français comme une vache espagnole), parlarlo male. 3. a. Vacca marina, o semplicem. vacca, o pesce v., pesce cartilagineo raiforme della famiglia mobulidi (Mobula mobular), più noto col nome di cefalottera. b. Vacca di mare, mammifero della famiglia sirenî (Hydrodamalis gigas), estinto verso la metà del sec. 18° per gli irrazionali massacri operati dai cacciatori di balene; era diffuso nell’isola di Bering e fino alla Camciatca (v. anche ritina). c. Vacche delle formiche, nome con cui sono comunem. chiamati quegli insetti che le formiche frequentano e proteggono per nutrirsi delle loro secrezioni zuccherine. 4. Nell’uso pop. tosc., vacche, le macchie bluastre che venivano sulle gambe, in partic. alle donne, per tenere troppo a lungo lo scaldino accanto; forse per allusione alle macchie di colore delle vacche pezzate. ◆ Dim. vaccarèlla o vaccherèlla, vacchétta (anche con sign. partic., v. le tre voci), rari vacchina e vacchicina; spreg., raro, vaccùccia; accr. vaccóna, e vaccóne m., anche con uso fig. spreg.; pegg. vaccàccia, poco com., usato talvolta in senso fig. come ingiuria: è una poco di buono, una vaccaccia!