vaccino2
vaccino2 s. m. [uso sostantivato di vaccino1]. – Termine che in origine designava sia il vaiolo dei bovini (o vaiolo vaccino), sia il pus ricavato dalle pustole del vaiolo bovino (pus vaccinico o vaccino), impiegato per praticare l’immunizzazione attiva contro il vaiolo umano. Oggi indica varie preparazioni (per uso parenterale o anche orale) rivolte a indurre, da parte dell’organismo, la produzione di anticorpi protettivi e a consolidare la risposta immunitaria a livello cellulare (v. immunitario), conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). Accanto ai vaccini per così dire classici, ottenuti da sospensioni di microrganismi patogeni (uccisi o vivi ma attenuati) o da immunogeni purificati (anatossine e polisaccaridi batterici), sono stati recentemente preparati vaccini sintetici, costituiti da catene peptidiche con specifica attività antigenica ottenute in laboratorio e inserite in una proteina di trasporto (che imprime al prodotto un potere immunogeno); la progettazione dei vaccini sintetici mira a evitare gli inconvenienti che si lamentano con i vaccini naturali, ad ampliare il ventaglio dei trattamenti profilattici (ed eventualmente terapeutici) e a ridurre i costi di produzione (v. anche vaccinazione). I vaccini si dicono mono-, bi-, tri- e polivalenti secondo che siano rivolti, nell’ordine, a prevenire una specifica malattia infettiva (o, talora, parassitaria), oppure due, tre o più affezioni, inducendo una condizione di immunità attiva.