vacillare
(ant. vagillare) v. intr. [dal lat. vacillare, di origine oscura] (aus. avere). – 1. a. Di persona, ondeggiare, muoversi in qua e là accennando di cadere per mancanza di stabilità dovuta a debolezza, a improvviso malessere, a oscillazione del terreno, a una forte percossa ricevuta: Ne la guancia de l’elmo, e ne la spalla Fu Ruggier colto, e sì quel colpo sente, Che tutto ne vacilla e ne traballa, E ritto se sostien difficilmente (Ariosto); il pugno lo colpì con tanta forza che lo fece v.; fu colto da una vertigine, da uno smarrimento, e vacillò per un attimo; si alzò a stento, ma il piede gli vacillò e cadde riverso; camminare, avanzare vacillando. b. Di cose, traballare, non avere stabilità, oppure oscillare, ondeggiare: sentiva v. la sedia sotto di sé; sulla tavola, la lucerna vacillò per qualche istante, poi cadde; Notte mi parve, ed a lo sguardo fioco S’offerse il vacillar d’un picciol foco (T. Tasso). In senso fig., alludendo a instabilità o a pericolo di caduta non materiale: i monarchici si accorsero che il trono (o la dinastia) vacillava. 2. fig. Delle facoltà intellettuali, essere indebolito, annebbiato, non più sicuro e pronto: si stanca troppo a studiare, e la mente a volte gli vacilla (cfr. vagellare); sono vecchio ormai e la memoria mi vacilla. Di facoltà o atteggiamenti morali, non essere saldo, rivelare incertezza, tentennare: la sua fede vacillava ogni giorno più; la nostra resistenza finì col v.; una volontà che non vacilla, ferma, stabile. ◆ Part. pres. vacillante, anche come agg., in senso proprio e fig.: avanzare con piede, con passo vacillante; una vacillante fiammella; trono vacillante; una fama ormai vacillante; fede vacillante. In veterinaria, cavallo vacillante, il cavallo in cui le articolazioni del ginocchio e del garretto tremano quando cammina, per debolezza o per cattiva conformazione.