vallo1
vallo1 s. m. [dal lat. vallum]. – 1. In Roma antica, la palizzata o lo stecconato di legno piantato al di sopra e a rinforzo di un aggere difensivo; con sign. più ampio, l’insieme della palizzata e dell’aggere e talvolta ogni opera difensiva, sia una cinta murale sia un limes: il v. di Adriano, il v. di Antonino, in Britannia. Nell’uso letter., con riferimento sia all’antichità romana sia alle epoche successive e all’età moderna, il termine è usato anche col sign. generico di opera di fortificazione e di difesa: i Romani facevano forte il luogo co’ fossi, col v. e con gli argini (Machiavelli); Tornano allora i saracini, e stanchi Restan nel v. e sbigottiti i franchi (T. Tasso); E ripensò le mobili Tende, e i percossi v. (Manzoni); Un bosco d’alabarde, d’uomini e di cavalli, Che fuggon d’Alessandria da i mal tentati v. (Carducci). In usi poet., bastione, trincea, baluardo, in senso fig.: Di v. adamantini Cinge i cor la virtude (Parini). Durante la seconda guerra mondiale, la parola è stata usata nella denominazione di alcune linee di difesa: v. occidentale (ted. Westwall), v. atlantico, v. alpino del Littorio. 2. In geologia, v. morenico, spazio a forma di fossato più o meno largo e profondo, compreso tra la morena laterale di un ghiacciaio e il versante della valle che contiene il ghiacciaio stesso, nel caso in cui la morena, come accade talvolta, non sia addossata al versante medesimo. 3. In anatomia, solco: v. ungueale, la parte della cute che ricopre la base e i lati dell’unghia.