vano
agg. e s. m. [lat. vanus, agg., con i varî sign. dell’agg. ital.]. – 1. agg. Vuoto, internamente vuoto, cavo: un guscio v.; la fe’ salire Là dove il monte era forato e vano (Ariosto); ella, più che una canna vana e a cui di senno pareva pareggiar Salamone (Boccaccio), qui in senso fig., vuota di cervello. Con questo sign. è com. oggi soltanto l’uso sostantivato (v. il n. 3). 2. agg. Privo di corpo, di consistenza materiale: Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto! (Dante); Tra lor vicine, distendendo i vanni, Fendean [le aquile] la vana regïon de’ venti (Pindemonte). Com. soprattutto in varî usi fig.: a. Privo di realtà, di sostanza effettiva, o di contenuto, di fondamento: sono v. illusioni; v. parole, v. promesse; E quelli [studî] m’apparian vani per cui Vano ogni altro desir creduto avea (Leopardi); pascersi di v. speranze, irrealizzabili; propositi v., che non saranno messi in pratica; è stato trattenuto da v. scrupoli, scrupoli che non avevano motivo di esserci. In partic., dei beni terreni, caduchi, privi di alcun valore per lo spirito: v. ricchezze; general ministra e duce Che permutasse a tempo li ben vani Di gente in gente e d’uno in altro sangue (Dante); anche di sentimenti, in quanto legati a beni terreni: Del vario stile in ch’io piango e ragiono Fra le vane speranze e ’l van dolore (Petrarca). b. Senza effetto, inefficace, inutile: v. fatiche; v. proteste, v. lamenti, v. minacce; dove non è rimedio, il pianto è v. (prov.); tutti i tentativi sono stati v.; le ricerche finora sono riuscite v.; in usi letter., anche di cose materiali: il cappel lordo e il vano Baston dispersi ne la via raccoglie (Parini). Sostantivato, ciò che è inutile: D’entro le leggi trassi il troppo e ’l vano (Dante). Locuz. avv. in vano, inutilmente: in van per lui Fu pregato e promesso (Parini); più com. la grafia unita, v. invano. c. Riferito a persona, indica vuotezza interiore, leggerezza, frivolezza e incostanza di carattere, e insieme un futile compiacimento per le proprie doti (in genere solo apparenti) e desiderio di essere lodato e ammirato: è un uomo v., una donna v.; or fu già mai Gente sì vana come la sanese? (Dante). Estens., di atti che rivelino vanità, frivolezza: v. ostentazione; discorsi vani. 3. s. m. a. Vuoto, spazio vuoto. In usi poet., riferito all’aria: Nel v. tutta sua coda guizzava (Dante); tutt’a un tratto, si sentì venir rimbombando dall’alto, nel v. immoto dell’aria, per l’ampio silenzio della notte, quel primo sgangherato grido di don Abbondio (Manzoni); o allo spazio infinito: Se ciò non fosse, il mar, la terra e ’l cielo Lacerati da lor, confusi e sparsi Con essi andrian per lo gran v. a volo (Caro). Nell’uso com., indica generalmente uno spazio definito: il v. del pozzo; il v. delle scale; in partic., lo spazio vuoto ricavato in una struttura muraria: il v. della finestra, dell’uscio; in un v. della parete. b. Spazio definito risultante dalla suddivisione dell’interno di un edificio (sinon. di stanza, ambiente, locale): appartamento di sei v. con doppî servizî; il costo è di centomila euro a vano (nella compravendita di appartamenti, qualora essa avvenga per numero di vani anziché per numero di metri quadrati di superficie, gli accessorî, costituiti da cucina, corridoi, ingresso, bagno, ecc., vengono considerati frazioni di vano, in proporzione alla loro importanza e ampiezza). In edilizia, v. abitabile, ambiente provvisto dei requisiti necessarî per essere usato come abitazione, ossia di sufficienti cubatura, aerazione, illuminazione diurna, ecc., secondo quanto prescritto dai regolamenti edilizî. c. Spazio all’interno di un autoveicolo (o di altri mezzi di trasporto e di apparati meccanici) destinato a contenere parti funzionali o determinati oggetti: v. portaoggetti; v. motore (anteriore o posteriore), in cui sono alloggiati il motore e i suoi accessorî; v. bagagli, v. portabagagli, il bagagliaio di un’autovettura; v. radio, l’alloggiamento per l’apparecchio radioricevente, situato a portata del guidatore. ◆ Dim. vanerèllo (v.). ◆ Avv. vanaménte, senza ragione, e quindi invano, inutilmente: sperare v.; affaticarsi v.; spendere v. in tempo e denaro; solo ant. e letter., in modo vanitoso, vanitosamente: la donna, ... di ciò seco stessa v. glioriandosi, mostrava di vederlo assai volentieri (Boccaccio).