varare
v. tr. [der. del lat. vara «pertica di sostegno, sostegno a forma di cavalletto»]. – 1. a. Eseguire l’operazione del varo di una nave, facendola scorrere, sostenuta da apposita invasatura, sui vasi dello scalo dove è stata costruita. b. Dare acqua a un bacino di costruzione, quando la nave, ultimata, viene trasferita in mare. c. In senso più generale, spingere in acqua qualunque imbarcazione, da una riva inclinata (sia del mare, sia di un lago o di un fiume) dove si trovava a secco; anche con uso assol.: i tratti dove si può v. più facilmente. d. ant. Calare in acqua un battello dalla nave, per scendere a terra. e. Nella tecnica costruttiva, compiere l’operazione di varo di un elemento strutturale costruito fuori opera. 2. fig. Portare a compimento, far stampare o pubblicare o rappresentare, far approvare, rendere operante qualcosa che ha richiesto assiduità di lavoro o un lungo impegno: v. un’impresa, un libro, una commedia; la legge finalmente è stata varata; il progetto sarà senza dubbio varato domani; anche, nel linguaggio sportivo, v. una squadra, una formazione, stabilirne i componenti o i ruoli. Scherz., riferito a persona, approvare, promuovere, in un esame (o scrutinio), in un concorso, o anche eleggere in una votazione: è stato bocciato due volte, poi, alla terza volta, lo hanno varato; il consiglio comunale non è ancora riuscito a v. il nuovo sindaco. 3. Come intr. pron., vararsi in costa, nel linguaggio marin., arenarsi. ◆ Part. pres. varante, anche come agg. nella locuz. massa varante, con cui viene indicato l’insieme della nave e della sua invasatura solidamente collegate e pronte per il varo.