variabile
variàbile agg. e s. f. [dal lat. tardo variabĭlis, der. di variare «variare»]. – 1. agg. Che varia, che può variare, che è soggetto a variare: grandezza, valore, norma v.; il prezzo è v. secondo le stagioni e la richiesta; quindi anche incostante: il barometro segna tempo v.; è un uomo di umore variabile. Nel linguaggio tecn. e scient. si dice anche di dispositivi caratterizzati dalla variabilità di una o più delle grandezze che intervengono nel loro funzionamento: condensatore elettrico v., cioè condensatore la cui capacità può essere variata; resistore v.; ecc. In grammatica, di parte del discorso che è soggetta a flessione (declinazione o coniugazione), in contrapp. alle parti invariabili; nell’italiano sono parti v. il sostantivo, l’aggettivo, l’articolo, il pronome, il verbo. 2. s. f. a. In astronomia, equivalente di stella v. (v. stella1, n. 1). b. In matematica e nelle sue applicazioni, lettera (in genere una delle ultime dell’alfabeto: x, y, z) che indica un elemento qualunque, non precisato, di un determinato insieme numerico (talvolta in contrapp. a costante, che si riferisce invece a un elemento fissato; per le costanti si usano per lo più le prime lettere dell’alfabeto: a, b, c; con sign. in un certo senso intermedio fra variabile e costante è usato anche il termine parametro); più precisamente, con riferimento a una funzione, si parla di v. indipendente e di v. dipendente (in sigla, VD e VI): ad ogni valore della variabile indipendente corrisponde uno e un solo valore della variabile dipendente (per cui il valore di quest’ultima dipende, secondo una legge fissata, dai valori assunti dalla variabile indipendente); si considerano anche funzioni in due o più v. indipendenti: in tal caso ad ogni valore di ciascuna delle variabili indipendenti corrisponde uno e un solo valore della variabile dipendente (per es., la scrittura z = f(x, y) significa che ad ogni coppia di valori delle variabili indipendenti x e y corrisponde uno e un solo valore della variabile dipendente z). V. reale, v. complessa, variabili che possono assumere, rispettivamente, soltanto valori reali o anche valori complessi. In logica matematica, v. proposizionale, lettera che indica una proposizione. Nel calcolo delle probabilità e nella statistica, v. aleatoria o v. casuale, variabile che assume valori non in dipendenza di una ben precisa legge, ma per cause fortuite, non controllabili (per es., al lancio di un dado è associata una variabile aleatoria che può assumere, con la stessa probabilità, ciascuno dei valori interi da 1 a 6). In statistica, sinon. di seriazione. c. Nel linguaggio scient., e in particolare in fisica, è sinon. di grandezza variabile, per cui si parla di v. meccaniche, v. elettromagnetiche, ecc., a seconda dell’àmbito teorico in cui tali grandezze sono definite. d. In economia, denominazione di aggregati come la domanda e l’offerta collettiva, il reddito sociale, la spesa pubblica, l’occupazione, il risparmio, ecc., in quanto appunto elementi soggetti a variare in funzione di variazioni di altri, che rientrano nei modelli costruiti dai varî economisti. Le variabili che concorrono a determinare un fenomeno economico, prese in considerazione dall’econometria nell’elaborazione di un modello, si distinguono in endogene ed esogene (secondo che siano ritenute interne o esterne al fenomeno stesso); spesso si ricorre anche a v. stocastiche, allo scopo di rappresentare gli effetti erratici di fattori a carattere non sistematico. e. In logica matematica, simbolo col quale si denota un individuo arbitrario (v. individuale) o una relazione arbitraria (v. predicativa). V. libere o reali, quelle che non sono sottoposte al vincolo di un quantificatore; v. vincolate o apparenti, le altre. ◆ Avv. variabilménte, in modo variabile, con variazioni: la temperatura si mantiene variabilmente alta.