vedere
vedére v. tr. [lat. vĭdēre] (pres. indic. védo [letter. véggo, ant. o poet. véggio], védi [ant. véi, vé’], véde, vediamo [ant. o poet. veggiamo], vedéte, védono [letter. véggono, ant. o poet. véggiono]; pres. cong. io, tu, egli véda [letter. végga, ant. o poet. véggia], vediamo [ant. o poet. veggiamo], vediate [ant. o poet. veggiate], védano [letter. véggano, ant. o poet. véggiano]; imperat. védi [ant. ve’], vedéte; fut. vedrò, vedrài, ecc. [ant. vederò, vederài, ecc.]; condiz. vedrèi, vedrésti, ecc. [ant. vederèi, vederésti, ecc.]; pass. rem. vidi [ant. vedètti, vedéi, véddi, viddi], vedésti, vide [ant. vedètte], vedémmo [ant. vìddimo], vedéste, vìdero [ant. vedèttero, vedérono, vìdono]; part. pres. veggènte, soprattutto con uso di sost., accanto a vedènte (v. le due voci); part. pass. visto o, meno pop., veduto; ger. vedèndo [letter. veggèndo]). – 1. Percepire stimoli esterni per mezzo della funzione visiva. a. In senso generale: Vede la donna il suo amatore in fronte, E di subito gaudio si scolora (Ariosto); O patria mia, vedo le mura e gli archi ... Ma la gloria non vedo (Leopardi); lo vedi da questa distanza?; non vide l’ostacolo e l’investì in pieno; mi par di vedere, in lontananza, una nuvola di fumo; l’ho visto io (anche: io con i miei occhi, con questi occhi), per confermare la veridicità di un fatto, di quanto si afferma; un bambino paffuto e roseo che era un piacere vederlo (anche: a vederlo). In usi fig., con soggetto inanimato: la casa che lo ha visto nascere; Né tante vede mai l’autunno al suolo Cader co’ primi freddi aride foglie (T. Tasso). b. Con un compl. predicativo dell’oggetto: Veggiono il ciel di tenebre coperto (Poliziano); quando lo vide così turbato si pentì di quello che aveva detto; nel prendere atto di qualche cosa: lieto di vederti guarito, di vederti in ottima salute. c. Seguito da prop. oggettiva (introdotta da che): ma vedendo che, invece d’animarsi, Lucia s’andava accorando ... (Manzoni); spesso con prolessi del soggetto dell’oggettiva, che diventa compl. ogg. della proposizione principale: vide il rivale che gli veniva incontro con aria minacciosa. Con un verbo all’infinito: nel cieco labirinto Errar vedeva un miserello amante (Poliziano); vedeva il sole calare dietro le montagne. d. Seguito da interrogativa indiretta: Vedi chi tu se’ or, chi pur dianzi eri (Poliziano); vedi che bel regalo ti ho portato, come si è fatto grande, quant’è bello questo panorama. e. Con prop. secondarie di altro genere: «Io lo vidi mentre lo strascinavan così» dice il Ripamonti (Manzoni). f. Usato assol.: hanno gli occhi per vedere e non vedono (frase biblica, traduz. del lat. «oculos habent ad videndum et non vident», Ezechiele XII, 2); vedono più quattro occhi che due, frase prov. con cui si invita altri, o ci si offre, a partecipare o collaborare a ricerche, indagini, controlli che impegnano la vista; occhio non vede, cuore non duole, prov. con cui si afferma che non si soffre per ciò che non si vede o non si sa, anche se sgradevole, triste, doloroso. Per indicare genericam. la facoltà della vista, è usato più spesso vederci, soprattutto in espressioni dell’uso fam.: non ci vede da un occhio; senza occhiali non ci vedo bene; vederci doppio, anche in senso fig., aver bevuto troppo; con uso iperb.: non vederci per la fame, per la rabbia. g. Nel rifl., vedere la propria immagine in uno specchio o altrimenti riflessa: si guardò allo specchio e si vide pallido e smunto. h. Con si passivante: E come in fiamma favilla si vede, E come in voce voce si discerne ... (Dante); da questa finestra si vede il mare; diceva che sarebbe venuto alle 10, ma ancora non si è visto; e nell’uso fam.: ci aveva promesso un buon compenso, ma ancora non s’è visto un quattrino; se n’è andato per i fatti suoi e chi s’è visto s’è visto, non si è fatto vedere, sottraendosi ai suoi impegni; se ne vedono delle belle; se ne videro di tutti i colori. 2. a. Indicando, oltre la sensazione visiva, anche l’intenzione, la volontà di avere tale sensazione (con sign. analogo a guardare): el disse: «Or vedi»; E mostrommi una piaga a sommo ’l petto (Dante); E chi nol crede, venga egli a vedella (Petrarca). b. Con riferimento a scritti, esaminare, leggere: vedi (abbrev. v., seguito da opportune indicazioni), in rinvii, per invitare il lettore a confrontare altri passi dell’opera stessa o di altra opera a stampa; non ho ancora visto il tuo articolo; ho visto il tema e mi sembra svolto abbastanza bene; queste le conclusioni in base ai documenti visti finora; vedere i conti, esaminarli, controllarli. c. Riferito a spettacoli, assistervi, anche quando non si rivolgano esclusivamente al senso della vista: hai visto la partita, o lo spettacolo?; andremo a vedere il «Giulio Cesare» di Shakespeare; vedere la TV, una trasmissione televisiva. d. Visitare un’esposizione, una mostra, una città: sono dovuto ripartire prima di aver visto il Museo Nazionale; lo portò a vedere il giardino zoologico; vedi Napoli e poi muori, frase prov., come a dire che non si può vedere cosa più bella di Napoli. e. Analogam., con compl. ogg. di persona, può riferirsi a un incontro fortuito: sono lieto di vederti; guarda chi si vede!, esclam. dell’uso fam. con cui si esprime lieta meraviglia nell’incontrare qualcuno; ma può riferirsi anche all’incontro intenzionale, a una visita, sia nell’uso ant.: da tutti i gentili uomini di Genova fu onorato e volentier veduto (Boccaccio); sia nell’uso mod.: si faccia v. qualche volta, venga a trovarmi; verrò uno di questi giorni a vederla; farsi v. dal dottore, farsi visitare; s’è chiuso in casa e non vuole v. nessuno; e nel rifl. reciproco: ci vedremo domani alle cinque; è un buon amico, ma ci vediamo di rado; ci vediamo stasera? 3. a. Contemplare Dio, essere ammessi alla sua visione e alla sua grazia: noi, che Dio vedemo (Dante), i beati. b. Avere una visione in sogno o per altra illusione dei sensi: Vide nel sonno il mirabile frutto Ch’uscir dovea di lui (Dante); l’avrai visto in sogno, perché da più di un anno è in America per lavoro. c. Vedere con la fantasia o con l’immaginazione: e se pur mira Dopo l’esequie, errar vede il suo spirto Fra ’l compianto de’ templi Acherontei (Foscolo); vedere con gli occhi della mente; mi sembra di vederlo ancora seduto al suo tavolo a lavorare, come quando era vivo. d. Prevedere cosa che avverrà nel futuro: El par che voi veggiate, se ben odo, Dinanzi quel che ’l tempo seco adduce (Dante). 4. a. Avere un’esperienza di vita: ne ha dovute v. di cotte e di crude; ho sessant’anni ormai e ne ho viste tante; chi vivrà vedrà, con riferimento a fatti di esito incerto. b. Prendere atto di una situazione, di uno stato di fatto che riguarda altri e più spesso sé stesso (in quest’ultimo caso nella forma del rifl.): quando lo vide pentito, lo perdonò; la vedo tranquilla e serena; vedersi perduto, morto; quando s’è visto in difficoltà, si è ricordato di me e mi ha chiesto aiuto; a quel punto si vide obbligato a parlare. c. Percepire con l’intelletto; capire, comprendere: Amor, io fallo e veggio il mio fallire (Petrarca); «Come?» rispose Agnese: «non vedi quante cose possiamo fare, con tanti danari?» (Manzoni); vedo bene che mi sono sbagliato; non vedo come potrei dirgli di no; non posso fare come tu vuoi: non ne vedo la ragione; non vedo bene quali possano essere le sue intenzioni. Con uso assol.: vedo, comprendo, mi rendo conto (di quello che altri ha detto); vede meglio lui di tanti altri, ha migliore discernimento; con sign. più ampio: Dio vede tutto, vede, sa, governa tutto; Dio vede e provvede (v. provvedere). Capire in base a congetture, indizî, constatazioni: non mi ha neppure risposto: si vede che non è rimasto contento delle mie proposte; vide allora che non sarebbe riuscito a convincerlo. d. Decidere, giudicare: E quel conoscitor de le peccata [Minosse] Vede qual loco d’inferno è da essa (Dante); vedrò io se sarà il caso di pubblicare l’articolo o no; non so che dirle, veda lei; vedetevela voi, fam., sbrigatevela voi, pensate voi a togliervi d’impaccio; al momento si vedrà che cosa convenga fare. e. Considerare in un dato modo, in frasi come veder bene o male (qualcuno o qualcosa), considerare favorevolmente o no (o anche, prevedere il buono o cattivo esito di un evento: questo matrimonio lo vedo bene; è un affare che vedo male); vedere di buon occhio, con simpatia (cosa o persona). f. Provare, far prova di qualche cosa: Or vedrò, figli, qual di voi più vale (Poliziano); Dunque veggiàn chi sia di miglior razza (Pulci); vediamo chi è più forte tra noi due; vediamo se la corda resiste allo sforzo. 5. In espressioni dell’uso fam., in incisi, per richiamare l’attenzione o per assicurare, ammonire o minacciare, ecc.: vediamo!, per iniziare l’esame di una situazione, per incoraggiare altri a esporre le proprie ragioni, ecc.; vedi, veda, vedano, in incisi, per indurre a considerare, a riflettere: Vedi, donna, tu hai fatto male (Boccaccio); perché, veda, non vorrei darle un’indicazione sbagliata. Non vedi?, non vede?, non vedete?, per richiamare l’attenzione con qualche vivacità, per lo più in tono polemico (non vedi che non ti reggi in piedi?; non vede che il posto è occupato?); vedrai, vedrete, come per assicurare che qualche cosa avverrà nel modo desiderato, per dare conferma a una promessa: vedrai che ti troverai bene; vedrete che saprò accontentarvi. Seguito da un infinito con la prep. di, cercare, procurare: vedrò di accontentarti; veda di far presto!; e quasi minacciando: vedi di smetterla! Con uso assol., vedrò, vedremo, in tono dubitativo, rispondendo alle richieste altrui senza impegnarsi veramente: se sarà possibile ..., vedremo; con sign. diverso, vedremo, la vedremo, in tono risentito, di sfida, in risposta a minacce altrui: dice che me la farà pagare cara: vedremo!, o la vedremo! (analogam.: è da vedere; questo è da vedere). Annunciando qualche cosa come probabile: vuoi v. che lo faccio smettere?; volete v. che tra poco tornerà a chiedere altri soldi? Riferito a cosa spiacevole, che non si vuole ammettere come possibile: vorrei v. anche questa! Per esprimere meraviglia o sottolineare una constatazione: vedessi quant’è dimagrito!; ha arredato molto bene il nuovo appartamento: se vedessi! E analogam.: bisogna v. che boria! 6. Altre espressioni particolari: a. Avere (a) che vedere, avere rapporto, relazione, comunità d’interessi, somiglianza, ecc.: che ci ho a che v. io?, la cosa non mi riguarda, non ne sono responsabile; per lo più in frasi negative: non ci ho nulla a che v.; questo discorso non ha che v. con quanto si sta discutendo, è d’altra natura; le ultime sue opere non hanno a che v. con le precedenti, non sono paragonabili. b. Dare a vedere, dare a intendere, far parere una cosa diversa da quello che è: dato a v. al padre ... che andar voleva alla perdonanza a San Gallo (Boccaccio); vorrebbe dare a v. chissà che cosa; voleva dare a v. di non saperne niente. c. Far vedere, mostrare: gli ho fatto v. i monumenti della città; ti farà v. lui come si fa, mostrandoti la tecnica, il procedimento. In tono di minaccia: gliela farò v. io!, gli mostrerò, gli insegnerò io come si agisce! Nell’uso fam.: gliene ha fatte vedere!, lo ha fatto soffrire, gli ha fatto torti, gli ha procurato molestie. Nell’uso ant., far veduto, mostrare, esporre: e così a Andreuccio fecer veduto (Boccaccio). d. Non poter vedere, non sopportare, avere in antipatia, odiare: non posso v. le persone arroganti; nel rifl.: quei due non si possono proprio vedere. Con sign. diverso, nel rifl., non potersi vedere, in un luogo, in un posto, ecc., starci controvoglia: non mi ci posso v., in questa città, in questa casa, nel nuovo ufficio. e. Non vedere l’ora, il momento di, essere impaziente di: non vedo l’ora di andarmene; penso con gioia che potrò riabbracciarti: non ne vedo l’ora. f. Non vedere qualcuno, in espressioni dell’uso fam. (poco com.), non tenerne alcun conto: pretende di darmi consigli, ma io non lo vedo neppure. Con sign. diverso, non vedere qualcuno a, seguito da un infinito, o in, seguito da un sostantivo, non ritenerlo adatto: non la vedo o non ce la vedo a far la madre di famiglia; non mi ci vedo in questo vestito, non ce lo vedo un attore come lui in quel ruolo comico, cioè questo vestito non mi si confà, quel ruolo non gli si addice. Comuni, sempre nell’uso fam., le espressioni non vedere più in là del proprio naso, riferita (come soggetto) a chi ha vedute limitate, scarsa o nessuna intelligenza e perspicacia, e lo vedo e non lo vedo, riferita (come compl. oggetto) a persona o cosa che è in grave pericolo o rischio, o comunque in una situazione precaria: quel poveretto deperisce ogni giorno di più: lo vedo e non lo vedo; la promozione, col direttore che mi è ostile, la vedo e non la vedo. g. Nell’uso ant., non vedere più avanti di, essere perdutamente innamorato: sì forte di lei s’innamorò, che più avanti di lei non vedea (Boccaccio); e analogam.: Più lunge non vedea del giovinetto La donna, né di lui potea saziarsi (Ariosto). h. Stare a vedere, essere spettatore: Stiamo, Amor, a veder la gloria nostra (Petrarca); più spesso, aspettare, attendere l’esito di qualcosa senza, per il momento, prendervi parte attiva: staremo a v. a chi daranno ragione; non mi piace di stare a v., senza far niente. Con altro sign. l’esclam. sta a vedere che ...!, di un fatto che non sembra ammissibile: state a v. che la giustizia di Dio avrà riguardo a quattro pietre (Manzoni). i. Vedere chiaro, in una situazione, rendersi ben conto delle ragioni evidenti o nascoste: in quell’affare non ci vedo chiaro, non sono sicuro della bontà o onestà delle intenzioni di chi lo compie. l. Vedere la luce, nascere, venire al mondo; riferito, per estens., a libri, ecc., venire pubblicato, apparire. m. Nell’uso fam., vedersela brutta (meno com. nera), trovarsi in una situazione molto difficile, essere in grave pericolo o rischio. 7. Nel poker, vedo, formula con cui un giocatore comunica la propria intenzione di stare al gioco dell’avversario accettandone la puntata o il rilancio e chiedendogli di mostrare le sue carte. 8. Nell’infinito può essere usato con valore di sostantivo: Da quinci innanzi il mio veder fu maggio Che ’l parlar mostra (Dante), quello che io vidi fu più assai di quello che possa esprimersi con linguaggio umano; ciò procede Da perfetto veder (Dante), da perfetta comprensione; Né ’l veder giochi, né musici udire, Dramma del suo dolor può minuire (Ariosto). Col sign. partic. di aspetto, apparenza, impressione che si riceve vedendo: [don Abbondio] si mise a stare un po’ più sulla vita, che faceva un tutt’altro vedere (Manzoni); soprattutto nell’espressione fare un bel vedere, avere una bella apparenza: la chiesa, addobbata a festa, faceva un bel vedere; maledette le giovani, che fanno bel vedere a piangere e a ridere (Manzoni). Col sign. di parere, opinione: a mio vedere, a suo vedere, ecc., secondo me, ecc.; più spesso, a mio, a suo modo di vedere. ◆ Part. pres. vedènte, raro con valore verbale (Qual è colui ch’adocchia e s’argomenta Di vedere eclissar lo sole un poco, Che, per veder, non vedente diventa, Dante), più com. come sost. e agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. visto e veduto, anche come agg. (v. le due voci).