vedetta
vedétta s. f. [da veletta2, alterato per raccostamento a vedere]. – 1. Luogo alto, eminente (in terra o su una nave), scelto come posto d’osservazione e di avvistamento, soprattutto in operazioni militari e nella navigazione. Con questa accezione è ancora usato soltanto nelle locuz. stare in vedetta, e con riferimento all’attività stessa di osservare e avvistare, essere di vedetta, e soldato, marinaio di vedetta (un marinaio stava di v. in coffa; i banditi misero un loro uomo di v. su una rupe). Frequente in senso fig., soprattutto nell’espressione stare alla v. o alle v., stare attento a osservare, o stare sull’avviso, stare in guardia per evitare un pericolo, per prevenire un danno o per ottenere un vantaggio (v. anche, alla voce veletta2, la locuz. stare alle velette): Stava ben su l’avviso alla vedetta (Berni). 2. Per metonimia: a. Sentinella posta in prossimità del nemico e in comunicazione con i proprî avamposti: mettere una v., una coppia di vedette (in cima a un albero, su un’altura, ecc.); la v. ha avvistato una pattuglia nemica. La piccola vedetta lombarda, titolo di uno dei «racconti mensili» del Cuore di E. De Amicis. b. Marinaio posto in un punto elevato, generalm. a proravia, per segnalare sistematicamente qualunque cosa possa interessare la navigazione. 3. estens. Nella marina militare, vedetta (o nave vedetta, pl. navi vedetta), unità leggera e molto veloce, derivata dai mas (v.); il tipo impiegato in passato per la caccia ai sommergibili (v. antisommergibili), e anche contro navi di superficie, era armato di bombe di profondità e di torpedini da rimorchio, siluri, mitragliere o cannoncini a tiro rapido. 4. fig. a. Adattamento ital., non più in uso, del fr. vedette (v.). b. Negli schedarî di biblioteche e librerie, la scheda più alta o di colore diverso che indica la ripartizione per ordine alfabetico, o per categoria o materia, dei libri catalogati. 5. ant. Ciascuna delle finestrelle praticate nel muro di una fornace per controllare lo stato di cottura dei vasi.