velleita
velleità s. f. [dal lat. mediev. della scolastica velleĭtas -atis, der. del verbo lat. velle «volere»]. – Nel linguaggio filos. o più elevato, volontà imperfetta, e perciò inefficace e vana, o desiderio che non riesce a definirsi in volontà. Nell’uso corrente, aspirazione, desiderio o proponimento che non hanno effettive possibilità di realizzazione, in quanto non sussistono per lo più capacità adeguate o la volontà e l’impegno necessarî: è solo v. (o sono pure v.), frutto della sua ambizione; v. giovanili, senili; ha sempre avuto di queste v. artistiche, o letterarie; v. politiche, presidenziali, dittatoriali; con uso assol.: era una prova di più della mia incapacità, v., impotenza (Moravia); e specificando invece l’oggetto del desiderio o dell’aspirazione: io non ho più v. di carriera, mi basta un posto tranquillo (Buzzati); scherz., riferito ad animale: il ... vecchio cavallo aveva anch’esso la v. di sorpassare i compagni (Deledda).