velocita
velocità s. f. [dal lat. velocĭtas -atis, der. di velox -ocis «veloce»]. – 1. La rapidità di movimento di un corpo, tanto maggiore quanto maggiore è il cammino percorso in un dato tempo, valutabile quindi dal rapporto tra il cammino percorso e il tempo impiegato a percorrerlo, per cui può essere misurata in metri al secondo (m/s), chilometri all’ora (km/h), miglia all’ora, nodi, ecc. (è termine più specifico dei sinon. rapidità e celerità, i quali inoltre si riferiscono, oltre che al moto, a qualsiasi azione): al momento della collisione la v. dell’automobile era di 90 km all’ora; la nave manteneva una v. media di 18 nodi; aereo che può volare a v. supersonica; la v. della lepre, di un cavallo; la v. di una corrente; aumentare, diminuire, variare la v.; acquistare, perdere v.; v. costante, variabile; andare a grande v., a tutta v.; tenere una buona v.; iperb., correre con la v. del vento, del fulmine, del pensiero; superare in v.; calcolare la v. di un corpo in moto. Analogam., la v. con cui passa il tempo, riferendosi alla sensazione soggettiva del rapido trascorrere del tempo e mutare degli eventi. 2. Nel linguaggio scient., con riferimento a una determinata grandezza variabile o a un fenomeno, il termine è usato, più in generale, per indicare un elemento atto a misurare la rapidità con la quale la grandezza varia al variare della variabile da cui dipende, o la rapidità con cui il fenomeno si svolge nel tempo. a. In fisica, la comune nozione di velocità è precisata nel concetto di v. media di un punto materiale, data dal rapporto tra il cammino percorso lungo la sua traiettoria in un certo intervallo di tempo e l’intervallo medesimo, e in quello di v. istantanea (scalare), data dalla derivata rispetto al tempo della distanza percorsa dal punto in questione (ossia dal limite del rapporto incrementale tra la distanza percorsa dal punto in un dato intervallo di tempo e l’intervallo medesimo, al tendere di questo a zero); la natura vettoriale della velocità come grandezza fisica caratterizzata da una direzione e da un verso viene ulteriormente precisata considerando il vettore v. (che è ciò che si intende solitamente con velocità senza aggettivi), tangente in ogni punto alla traiettoria e di modulo pari alla velocità scalare, le cui componenti sono le derivate rispetto al tempo delle corrispondenti componenti del vettore spostamento; nel SI (sistema internazionale) l’unità di misura della velocità è il metro al secondo (m/s). Con accezioni specifiche: v. acustica, in corrispondenza a un generico punto del mezzo elastico investito dall’onda acustica, la velocità di quel punto; v. angolare media di un punto in moto piano rispetto a un riferimento polare in un certo intervallo di tempo, il rapporto tra la variazione subita dall’anomalia del punto in quel tempo, e il tempo medesimo (nel caso del moto circolare uniforme, la velocità angolare di un punto in moto rispetto al centro della circonferenza è data semplicemente dal rapporto tra 2π e il periodo del moto): ha le dimensioni fisiche dell’inverso di un tempo e si misura, nel sistema SI, in radianti al secondo (rad/s); v. areolare (o areale), in un moto piano di un punto rispetto a un riferimento polare, il rapporto tra l’areola spazzata dal raggio vettore in un certo intervallo di tempo, e l’intervallo di tempo stesso; v. asintotica, la velocità che un corpo in moto raggiungerebbe dopo un tempo infinito, o che i suoi punti a distanza infinitamente grande dal luogo di osservazione avrebbero ove esso fosse indefinitamente esteso; v. critica, in un fenomeno meccanico, quella alla quale si determina improvvisamente una nuova situazione, una modificazione dell’andamento del fenomeno (per es., nella caduta dei gravi nell’aria, la velocità alla quale la resistenza del mezzo equilibrerebbe il peso, rendendo uniforme il moto rettilineo del grave); v. di fuga, la velocità che deve avere un corpo (per es. un satellite) per sfuggire all’attrazione gravitazionale di un corpo celeste; con altro sign., per un organo in moto di una macchina, la velocità massima che esso può raggiungere, quando si annulla la resistenza utile, senza che venga ridotta l’azione motrice; v. iniziale, per un certo punto, la velocità dalla quale è animato il punto nell’istante (istante iniziale) dal quale si prende a considerare il moto; v. periferica, con particolare riferimento ai punti della superficie esterna di un corpo in moto rotatorio, la velocità di ciascun punto, pari al prodotto della velocità angolare del punto per la sua distanza dall’asse del moto; ecc. Per la v. della luce, v. luce, n. 1 a; per la v. del suono, v. suono, n. 1. In ottica fisica e in meccanica ondulatoria, quando si considera la propagazione in un mezzo di un pacchetto d’onde dato dalla sovrapposizione di onde caratterizzate da frequenze diverse, v. di gruppo, la velocità con cui si muove il pacchetto (e quindi con cui si propaga il segnale luminoso e l’energia a esso associata); v. di fase, le velocità delle singole componenti armoniche, che nel caso il mezzo presenti il fenomeno della dispersione della luce (v. dispersione, n. 1 d) sono diverse tra loro e per lo più maggiori della velocità di gruppo. b. Nella meccanica dei fluidi, e più in generale dei sistemi continui deformabili, v. lagrangiana o molecolare, la velocità dalla quale, istante per istante, risulta animata una determinata particella del sistema; v. euleriana o locale, la velocità che hanno le particelle del sistema che si trovano a passare, istante per istante, in un determinato punto dello spazio. c. In balistica, v. iniziale di un proietto, quella con cui esso lascia la bocca da fuoco; v. di arrivo, quella con cui arriva sul bersaglio o punto di arrivo; v. di caduta, quella con cui riattraversa l’orizzonte della bocca da fuoco (punto di caduta). d. In aeronautica, per gli aeromobili con sostentazione e propulsione dipendente essenzialmente dalle caratteristiche dell’aria, è fondamentale la distinzione tra la v. relativa all’aria, o v. aerodinamica, e la v. relativa al suolo (se l’aria è immobile le due velocità coincidono); la prima, detta anche v. indicata perché letta direttamente sull’anemometro di bordo, è quella che serve per il governo dell’aeromobile, mentre la seconda ha importanza per i calcoli di navigazione. Se un’adeguata massa d’aria (con il veicolo in essa contenuto) si sposta con velocità costante rispetto alla Terra, la velocità rispetto al suolo (v. assoluta) del veicolo è la risultante della velocità di esso rispetto all’aria (v. relativa) e della velocità dell’aria (v. di trascinamento). In partic., v. ascensionale (o di salita), la componente verticale del volo di un aeromobile in salita; v. critica, una velocità alla quale si presentino instabilità provenienti da fatti aeroelastici; v. critica di decollo, quella alla quale un velivolo plurimotore, in caso di avaria improvvisa di uno dei motori durante il decollo, può indifferentemente proseguire il decollo o arrestarsi; v. di decollo (o di distacco), la velocità di un velivolo nell’istante in cui si distacca da terra o dall’acqua; v. di discesa, la componente verticale della velocità di un aeromobile che perde quota; v. massima di sicurezza, quella che a una data quota un dato aeromobile non può superare per ragioni di sicurezza strutturale e di sicuro controllo da parte del pilota; v. minima di controllo, la velocità minima rispetto all’aria alla quale un aeromobile plurimotore può mantenersi sicuramente in volo in caso di avaria di uno dei motori; v. di rotazione, nella fase immediatamente precedente il distacco (decollo) dal suolo di velivoli da trasporto, velocità raggiunta la quale il pilota, tirando a sé la cloche, fa ruotare il velivolo intorno all’asse orizzontale e lo mette in assetto di decollo rivolgendone il muso in alto. e. In astronautica, v. di fuga, la velocità che un veicolo spaziale deve raggiungere per sfuggire all’azione gravitazionale di un astro e allontanarsi quindi da esso, descrivendo una traiettoria che, nel caso che non intervengano altre forze oltre quella di gravità dell’astro, è una parabola avente il fuoco nel centro dell’astro; prima v. astronautica, quella che occorre imprimere a un corpo per metterlo in orbita intorno alla Terra; seconda v. astronautica, la velocità di fuga di un corpo in partenza dalla superficie della Terra. f. Nella tecnica dei trasporti aerei, navali e terrestri (su strada o su ferrovia), v. massima, la velocità più elevata alla quale un mezzo può viaggiare in dipendenza dalle sue caratteristiche meccaniche e dinamiche (e, nelle ferrovie, v. massima di una linea, quella dipendente dalle caratteristiche della linea stessa); v. di crociera, la velocità media di percorrenza di un mezzo su un determinato percorso nelle migliori condizioni d’impiego (v. anche crociera2, n. 3); v. commerciale, la velocità media effettiva tenuta da un mezzo di trasporto in servizio di linea; v. economica, la velocità che consente un rendimento soddisfacente (per gli aerei e le navi anche come autonomia) con un consumo limitato di combustibile o carburante, o di energia motrice. In partic., per i mezzi di trasporto ferroviarî, v. di regime, la velocità costante in determinate condizioni di funzionamento; spedizione a piccola v., a v. ordinaria, a v. accelerata o a grande v., denominazione dei modi di spedizione di merci per ferrovia, differenziati secondo il tempo di inoltro e di arrivo a destinazione delle merci, e anche come tariffe; alta v., sistema ferroviario, diffuso in tutta Europa, che si serve di treni con velocità di crociera che raggiungono e superano i 250 km/h: linea, treni ad alta v. (v. anche TAV). g. In astronomia, v. peculiare o reale di un astro, la sua velocità rispetto a un sistema di assi di orientamento, invariabile, avente origine nel baricentro del sistema cui l’astro appartiene; v. radiale, la componente della velocità dell’astro lungo la visuale osservatore-astro. h. In chimica, v. di reazione chimica, v. reazione, n. 2. i. In medicina, v. di sedimentazione degli eritrociti (o di eritrosedimentazione), la velocità, calcolata in un esame di laboratorio ed espressa in millimetri/ora, con cui gli eritrociti del sangue prelevato si depositano sul fondo di un recipiente; è indicata comunem. con la sigla VES. l. In motoristica, v. di regime, la velocità di rotazione dell’albero motore espressa con il numero di giri al minuto primo. m. In economia, v. di circolazione della moneta, il numero di trasferimenti compiuti dall’unità monetaria in un determinato periodo (distinta in v. di scambio e v. di reddito, a seconda che ci si riferisca all’equazione quantitativa in termini di scambio o reddito). 3. Nello sport, gare di v., in cui l’elemento determinante è la velocità delle prestazioni dei concorrenti. In partic., nel ciclismo su pista, gara di v., gara disputata tra due, raramente tre, concorrenti (o quattro, nel caso del tandem), dei quali vince chi per primo taglia il traguardo dopo aver percorso due o, se la pista ha lunghezza inferiore a 333,33 m, tre giri di pista: si conclude in genere, dopo un avviamento a lenta andatura (guidato da uno dei due concorrenti, designato per sorteggio), con una volata finale nell’ultima curva e nell’ultimo tratto di rettilineo prima del traguardo. 4. In informatica, v. di calcolo o v. computazionale, il numero di operazioni al secondo che un sistema di calcolo è in grado di effettuare; si misura in FLOPS e suoi multipli. 5. In meccanica, cambio di v., v. cambio, n. 4. Nell’uso corrente, anche come sinon. raro, di marcia2 (nel sign. 3 d): ingranare, mettere la prima, la seconda, ecc., velocità.